Cronaca Salerno, Salerno

Salerno, scooter parcheggiato sotto l’ombrellone dell’associazione Balnea: la denuncia

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La denuncia

L’associazione Balnea Aps interviene con fermezza in merito a un episodio documentato da un video recentemente ricevuto, nel quale si assiste a un comportamento definito incivile e irrispettoso da parte di alcuni giovani in sella alle loro motociclette.

Le immagini mostrano i ragazzi mentre percorrono e occupano con i loro mezzi la discesa riservata alle persone con disabilità presso la spiaggia di Mercatello, arrivando a sostare persino sotto l’ombrellone collocato sul piazzale dall’associazione stessa. Uno spazio pensato per offrire ristoro e inclusione, trasformato invece – si legge nella nota – in luogo di prevaricazione da parte di pochi, a scapito del bene comune.

Salerno, scooter parcheggiato sotto l’ombrellone di Balnea

«Abbiamo visto il video che ci avete inviato, indignati – scrivono i volontari di Balnea –. Documenta una situazione che non possiamo ignorare: ragazzi che, senza alcun rispetto, usano lo spazio destinato alle persone, non ai veicoli, come parcheggio per le moto, sottraendo ombra e tranquillità a chi ne ha realmente bisogno. Un luogo pubblico che dovrebbe appartenere a tutti si trasforma così in territorio privato di chi agisce nell’indifferenza più totale verso il prossimo».

L’associazione esprime amarezza non solo per l’episodio in sé, ma anche per la generale mancanza di reazione da parte della collettività: «Chiediamo scusa alle persone che si sono rivolte a noi con la speranza di un intervento immediato o di una presa di posizione decisa – prosegue la nota –. Ma questa inciviltà non è solo responsabilità di chi la mette in atto. Coinvolge anche chi assiste e sceglie di non intervenire, chi si gira dall’altra parte, chi preferisce il silenzio alla partecipazione attiva».

Una riflessione amara accompagna la conclusione del comunicato, che rappresenta anche una forma di denuncia collettiva: «Da oggi anche noi ci volteremo dall’altra parte – affermano i volontari –. Perché forse è questa la risposta che merita una comunità che tollera tutto: l’indifferenza. Una parola sola per descrivere ciò che proviamo davanti a queste immagini e a questo silenzio collettivo: vergogna».

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