Emergenza nel pronto soccorso del Ruggi d’Aragona di Salerno, dove un paziente su dieci sceglie di andare via senza essere stato visitato. È quanto emerge – come riporta l’edizione odierna de Il Mattino – dagli ultimi dati diffusi da Agenas, che fotografano una situazione critica non solo a livello locale ma anche sul piano nazionale, con gravi criticità in particolare nel Mezzogiorno.
Salerno, emergenza pronto soccorso del Ruggi: i dati di Agenas
I numeri parlano chiaro: al Ruggi l’indice di abbandono è pari al 10,9%, un dato che colloca l’ospedale salernitano tra quelli con maggiore difficoltà nella gestione dei flussi di accesso.
Agenas evidenzia come il problema non sia isolato: le criticità maggiori si concentrano soprattutto nel Sud Italia e nelle grandi città, dove la pressione sui pronto soccorso supera spesso la capacità effettiva di risposta.
Oltre agli abbandoni, un secondo indicatore mette in luce un’altra emergenza: i tempi di permanenza. Il 12,3% dei pazienti del Ruggi resta in pronto soccorso almeno otto ore, percentuale che colloca l’azienda ospedaliera esattamente nella fascia intermedia della classifica nazionale.
La situazione diventa ancora più complessa se si analizza il volume di accessi: nel 2024 il Ruggi ha registrato circa 170mila ingressi, con una media di oltre 200 pazienti al giorno.
I tempi reali: attese fino a 16 ore e oltre
La normativa nazionale indica in 8 ore il tempo massimo tra l’arrivo in pronto soccorso e il trasferimento in reparto. A Salerno, invece, questo limite viene ampiamente superato: 19 ore di media per l’intera azienda ospedaliera universitaria; 16 ore di media per il plesso di via San Leonardo.
Un dato che conferma la pressione eccessiva sulla struttura, incapace di assorbire la quantità di accessi quotidiani. Sul fronte dei ricoveri, nel 2024 si contano 17mila a livello aziendale e 12mila presso il Ruggi.
Attese oltre le 48 ore: il Ruggi sotto la soglia critica
Se da un lato i tempi medi sono molto più alti del previsto, dall’altro l’indicatore delle permanenze superiori alle 48 ore appare meno allarmante: al Ruggi la percentuale è del 2,5%, un valore sotto il range critico individuato da Agenas (7,1% – 12,3%).








