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Salerno, un piedistallo senza statua: il simbolo dell’incuria a Mercatello

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Foto di SalernoNotizie

A Mercatello, quartiere di Salerno, il piedistallo della statua dedicata allo scrittore esule Marai è vuoto dal 2009, vittima di un furto. Oggi quel vuoto racconta più dell’opera stessa: l’abbandono e l’incuria di un quartiere dimenticato. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Salerno, un piedistallo senza statua

Una statua che non c’è più, o forse c’è solo nel vuoto che lascia. Sulla terrazza a picco sul mare di Mercatello, periferia orientale di Salerno, troneggia un piedistallo senza la sua figura: la statua dedicata allo scrittore ungherese Sándor Márai, esule illustre della città, è stata rubata nel 2009. Da allora, sedici anni sono passati e quel piedistallo vuoto è diventato involontariamente un simbolo.

Oggi, in centro città, Márai ha trovato un nuovo omaggio, ma quel piedistallo solitario – così bizzarro nella sua assenza – potrebbe diventare qualcosa di più. Forse un monumento all’incuria, o un invito a riflettere su ciò che resta quando si abbandonano i segni della cultura e della memoria.

Una terrazza, una storia di abbandono e speranze

La terrazza sovrasta la spiaggia libera del torrente Mercatello, incanalato nel grande “chiavicone” che funge da scarico fognario. Un tempo, questo spazio era un semplice spiazzo asfaltato dove i ragazzi giocavano a pallone tra camion e tir parcheggiati. Márai stesso, che abitava lì vicino, avrà percorso quelle strade più volte.

Con gli anni, il Comune ha trasformato l’area, creando giardinetti che in un quartiere così cementificato dovrebbero rappresentare un’oasi. Ma il tempo ha lasciato segni ben visibili: il mare è rimasto la parte più bella e intatta, mentre tutto il resto racconta di un lento degrado. Il monumento con il piedistallo senza statua è collocato proprio all’inizio di un’area degradata, contrapposta al lato dove sorgono i tavolini dei ristoranti, che però riducono la fascia pedonale a uno stretto passaggio.

L’anti-statua: un vuoto che parla

Quella colonna svetta solitaria davanti alla costiera amalfitana, incastonata in un’aiuola spoglia di alberi. Ogni tanto un piccione si posa sul piedistallo, quasi a suggerire che l’istinto naturale è ora l’unico protagonista di questo monumento “mancante”. In questa lunga normalità fatta di vuoto e abbandono, ognuno è libero di immaginare cosa dovrebbe esserci: un volto, un’idea, una memoria da custodire.

Un giardino ai margini del caos

I giardini in città sono rifugi dalla confusione quotidiana, ma qui a Mercatello sono un simbolo del declino: l’erba è secca e gialla, quasi dimenticata. Le panchine sono rotte o sparite, e i viali sono frequentati da anziani, qualche turista e gruppi di ragazzi che vanno verso la spiaggia. Di sera, famiglie con bambini si radunano, ma l’atmosfera è rovinata da moto e scooter che sfrecciano e sostano ovunque, anche sulle passeggiate pedonali. Un po’ di controlli e un’attenzione maggiore potrebbero risolvere tanti problemi. Inoltre, si nota una crepa nel suolo vicino al monumento: un sopralluogo comunale sarebbe più che opportuno.

Un odore di passato che persiste

Il “chiavicone” davanti alla terrazza non è solo un elemento del paesaggio: è un ricordo olfattivo di altri tempi, quando la vita qui era diversa. Forse, se la statua di Márai non fosse stata rubata, lo scrittore avrebbe deciso di restare. Oggi resta quel piedistallo, vuoto ma parlante, custode silenzioso di una storia che la città sembra voler dimenticare.

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