La provincia di Salerno conferma la sua leadership in Campania per la gestione dei rifiuti, nonostante il quadro regionale resti complesso e segnato da aumenti preoccupanti nella produzione complessiva di rifiuti.
A emergere sono i dati del dossier Comuni Ricicloni 2025, presentato questa mattina da Legambiente a Benevento nell’ambito della IX edizione dell’Ecoforum, che evidenziano le performance virtuose del salernitano in termini di raccolta differenziata e riduzione del secco residuo.
Salerno guida la Campania nella gestione dei rifiuti
Secondo il rapporto, la regione registra un incremento della produzione complessiva dei rifiuti pari all’1,02% rispetto al 2023, con oltre 2,6 milioni di tonnellate prodotte. In questo contesto, l’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) di Salerno si colloca al secondo posto per raccolta differenziata, con una media del 67,99%, subito dopo l’ATO di Benevento (73,30%) e davanti ad Avellino (62,21%).
Ancora più significativo è il dato relativo ai capoluoghi di provincia: Salerno città raggiunge il 74,16% di raccolta differenziata, risultando non solo prima in Campania ma anche tra le migliori città italiane. Le altre città campane si attestano su valori nettamente inferiori: Avellino 63,22%, Benevento 62,98%, Caserta 62% e Napoli, pur in miglioramento, al 44,38%.
Un elemento chiave del successo salernitano è rappresentato dai Comuni “Rifiuti Free”, ossia quei comuni che superano il 65% di differenziata e mantengono la produzione di indifferenziato sotto i 75 kg per abitante all’anno. Dei 121 comuni “Free” della regione, quasi la metà (47%) si trova in provincia di Salerno, seguita da Benevento (39%), mentre Caserta e Avellino registrano rispettivamente il 12% e il 9%. Tra i comuni più virtuosi figurano Felitto (migliore sotto i 5.000 abitanti), Bracigliano (tra 5.000 e 15.000 abitanti) e Baronissi, insieme a S. Antonio Abate e Marcianise, per le realtà con oltre 15.000 abitanti.
Un capitolo a parte merita il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dove la raccolta differenziata media tocca il 72,94% e ben 31 comuni risultano “Rifiuti Free”, il valore più alto tra i parchi campani. Buone performance anche nel Parco dei Monti Picentini, con media del 67,34% e 18 comuni sopra la soglia di legge, mentre il Parco del Fiume Sarno resta indietro con il 62,96% e nessun comune “Rifiuti Free”.
Nonostante questi risultati locali, il quadro regionale impone riflessioni: la produzione pro capite è salita a 469 kg per abitante e restano 210 comuni campani sotto il 65% di differenziata, sebbene solo il 4% di questi si trovi in provincia di Salerno.
“Oggi è il tempo di radicare e rafforzare il salto in avanti fatto dalla nostra regione”, ha sottolineato Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania. “L’economia circolare e la transizione energetica rappresentano un’opportunità per rilanciare politiche industriali e occupazionali. Serve un Piano regionale dedicato ai comuni ‘non ancora ricicloni’ e occorre completare la rete degli impianti, a partire dai biodigestori anaerobici, senza i quali la differenziata rischia di rimanere un esercizio incompiuto”.
La sfida per il futuro resta chiudere il ciclo dei rifiuti, trasformando l’organico in energia e compost, per rendere strutturale l’eccellenza che Salerno e la sua provincia hanno già dimostrato di saper raggiungere.
