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Salerno, lo sfogo di Ciro Romano dopo il furto in gioielleria: «Devastati anni di sacrifici, ma non mi arrendo»

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Ciro Romano, il proprietario della gioielleria derubata
Ciro Romano, il proprietario della gioielleria derubata

Dopo il furto notturno nella sua gioielleria a Torrione, quartiere di Salerno, il commerciante Ciro Romano si sfoga denunciando la violenza subita e l’impotenza davanti all’illegalità. «Ripartirò, ma è tempo di dire basta», ha dichiarato. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Salerno, lo sfogo di Ciro Romano dopo il furto in gioielleria

È un fiume in piena Ciro Romano, titolare della gioielleria Pregem nel quartiere Torrione di Salerno, teatro nella notte tra lunedì e martedì di un furto lampo messo a segno da una banda di ladri a volto coperto. «Miserabili, avete distrutto anni di sacrifici», scrive in un lungo sfogo dopo il colpo da 30mila euro che ha mandato in frantumi non solo la vetrina, ma anche l’animo di chi ogni giorno costruisce con fatica la propria attività.

Il colpo

Intorno alle 3.30, un’Audi nera con quattro persone a bordo ha fatto irruzione nel negozio, svuotando la vetrina in pochi minuti. I malviventi, ben organizzati e coperti, sono riusciti a fuggire dopo aver arraffato monili e gioielli. I danni sono ingenti. Sull’episodio indagano i carabinieri della compagnia di Salerno, guidati dal maggiore Antonio Corvino, che hanno acquisito i filmati di videosorveglianza della zona.

Lo sfogo pubblico

«Non avete solo rubato oggetti, avete inferto un colpo al mio lavoro, alla mia dignità», denuncia Romano, che gestisce la gioielleria insieme alla moglie. «Vivete di furti, di ciò che non sapreste mai guadagnare con le vostre mani. Siete la feccia della società. E qui, in Italia, chi ruba sembra avere più protezione di chi lavora onestamente».

Il sentimento di abbandono

Il commerciante non risparmia critiche al sistema: «È assurdo che a quell’ora si possa circolare con un’auto modificata senza incontrare pattuglie. Abbiamo telecamere ovunque, eppure queste bande restano impunite. Non è che lo Stato viene scavalcato: lo Stato si inginocchia».

La scelta di ricominciare

Nonostante la rabbia e la frustrazione, Romano non si arrende: «Sono deluso, arrabbiato, ma non sconfitto. Ripartirò anche da sotto le macerie. Perché ho qualcosa che quei criminali non avranno mai: rispetto, coraggio, dignità. E agli onesti dico: basta silenzi. Alziamo la testa».

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