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Salerno, l’ultimo saluto a Lelio Schiavone: “Ha illuminato la città con la sua intelligenza”

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Lelio Schiavone

Cerimonia laica per i funerali al cimitero di Salerno per Lelio Schiavone, intellettuale e fondatore della galleria Il Catalogo. Il sindaco Napoli: «Figura centrale della Salerno democratica». Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Salerno, i funerali di Lelio Schiavone

Un addio carico di commozione ha segnato la scomparsa di Lelio Schiavone, storico gallerista e figura di spicco della vita culturale salernitana, morto domenica all’età di 93 anni. Nel piazzale davanti alla tomba monumentale del poeta Alfonso Gatto, all’interno del cimitero cittadino, si è tenuta una cerimonia sobria e civile, esattamente come avrebbe desiderato Schiavone. Il luogo scelto per l’ultimo saluto non è stato casuale: tra Gatto e Schiavone esisteva un profondo legame umano e artistico, cementato dalla fondazione, nel 1968, della galleria “Il Catalogo”, progetto nato su impulso del poeta stesso.

L’arrivo della bara

Un cerchio che si chiude, idealmente, in un caldo pomeriggio di luglio. La bara, coperta da un drappo rosso e adornata da fiori bianchi, era rivolta verso la tomba di Gatto, caratterizzata da una lastra in pietra lavica scolpita da Luciano Minguzzi e incisa con una frase di Eugenio Montale.

In un silenzio carico di emozione, amici e familiari si sono stretti attorno al ricordo di Schiavone. Il sindaco Vincenzo Napoli ha preso la parola con voce rotta: «Lelio era un intellettuale lucido e discreto, un uomo elegante nel pensiero e nei modi. Ha saputo aprire spazi di cultura e pensiero in una Salerno che non potrà dimenticarlo». Napoli ha ricordato il contributo della galleria “Il Catalogo” e le importanti esposizioni dedicate ai maestri del Novecento, da Carrà a Casorati, da Campigli a Sironi, De Pisis, Rosai, Mafai e Corrado Cagli.

Il ricordo del primo cittadino

«Ha creato un cenacolo culturale aperto a tutti, dagli intellettuali ai semplici cittadini», ha aggiunto il primo cittadino. «Pensiamo solo ai nomi di Amendola e Napolitano per capire la portata delle relazioni che era in grado di tessere. Con lui perdiamo una delle voci più autorevoli della Salerno colta e democratica».

Il poeta e scrittore Rino Mele ha arricchito il momento con una riflessione profonda sulla morte e sull’eredità spirituale dell’amico scomparso: «Quando un amico ci lascia, desideriamo ancora parlargli. È la condizione umana, quella narrata nell’Odissea da Ulisse e Tiresia». Mele ha sottolineato la particolare affinità tra Schiavone e Gatto, definendo quest’ultimo “il vento di Dio” che soffiava nel gruppo di amici guidato da Lelio. «Un legame autentico – ha detto – fatto di poesia vissuta e condivisa, qualcosa di ben diverso da una semplice stima letteraria».

Citati anche versi di Gatto contenuti nella raccolta La forza degli occhi, più volte ascoltati dallo stesso Schiavone. «C’è una mano che abbandona il filo – ha detto Mele – e resta vuota. È l’immagine della perdita». Ha poi descritto Schiavone come «un intellettuale gramsciano: pensava con la testa e con il cuore, per migliorare il mondo». Un momento di sintesi intensa è arrivato con le parole di Antonio Adiletta, storico collaboratore de “Il Catalogo”: «La persona che ha amato di più è stata Alfonso Gatto».

La fine della cerimonia

Alla fine della cerimonia, amici e conoscenti hanno firmato un registro per lasciare un ricordo scritto. Presenti anche figure istituzionali e rappresentanti del mondo culturale cittadino: il notaio Gustavo Trotta, Alfonso Andria con la moglie Nerella, Tino Iannuzzi, Nicola Landolfi, Ernesto Scelza, Tonia Willburger, Ugo Carpinelli, insieme ai figli e ai componenti storici del gruppo de “Il Catalogo”, tra cui Nicola Napoli, Enrico Marano, Bruno Fontana, Roberto Volpe, Antonio Castaldi, Angelo Trimarco, Roberto Visconti. Tra i messaggi lasciati, alcuni semplici ma incisivi: «Grazie per quello che hai fatto», «Resterai sempre nella memoria di Salerno». Un tributo sincero a un uomo che ha segnato la cultura della città con la sua mente, la sua passione e la sua visione.

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