Mario, Mirko e Marco i tre figli di Alfredo Raiola cercano alcune opere del padre degli anni ’70 scomparse: “Non le vogliamo indietro ma completare l’archivio di nostro padre”. Due i dipinti chiave: Vaso con rose e Sequestro di persona.
Salerno, i figli di Alfredo Raiola alla ricerca delle opere scomparse
Dopo la scomparsa dell’artista Alfredo Raiola, avvenuta nei primi mesi del 2025, i suoi tre figli — Mario, Mirko e Marco — hanno intrapreso un meticoloso lavoro di catalogazione e valorizzazione dell’intera produzione paterna. Un impegno che si concretizzerà presto in una mostra antologica e nella pubblicazione di una monografia. Ma in questo percorso è emersa una lacuna significativa: alcune opere storiche risultano irreperibili.
Si tratta, in particolare, di due dipinti realizzati negli anni Settanta, che rappresentano una fase cruciale della ricerca artistica di Raiola, segnata da forti influenze sociali e politiche. I quadri in questione sono “Vaso con rose” (1974) e “Sequestro di persona” (1975), entrambi olii su tela dai toni accesi, con una predominanza del rosso. Secondo le ricostruzioni dei figli, queste opere potrebbero trovarsi oggi in collezioni private tra le province di Salerno e Bologna.
«Non intendiamo reclamarne la proprietà né chiederne la restituzione – chiariscono i figli dell’artista –. Il nostro obiettivo è esclusivamente documentarli, anche attraverso fotografie o testimonianze, per poterli includere nell’archivio completo e nel volume in fase di lavorazione».
Chiunque avesse informazioni utili o possa contribuire all’identificazione delle opere, può contattare direttamente Mirko Raiola al numero 392 4677447 o Marco Raiola al 348 8984305. Ogni segnalazione sarà preziosa per completare il mosaico della lunga carriera di Alfredo Raiola, artista salernitano nato nel 1948, autore di una produzione variegata che spazia dalla pittura alla scultura, e capace di attraversare con coerenza quasi cinquant’anni di storia dell’arte italiana.
«Recuperare anche solo un tassello mancante – spiegano i figli – significa onorarne la memoria e restituire alla comunità culturale una visione più completa della sua opera. Nostro padre ha dato tanto alla città e al mondo dell’arte: è nostro dovere provare a ricostruire ciò che rischia di andare perduto».