Circa 242 docenti in provincia di Salerno sono stati assunti a tempo indeterminato: fine del precariato per molti insegnati. L’Ufficio Scolastico Regionale della Campania ha avviato le immissioni in ruolo con procedure telematiche trasparenti. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Salerno, 242 docenti assunti a tempo indeterminato
Dopo anni di incertezze e incarichi annuali, 242 insegnanti della provincia di Salerno possono finalmente contare su un posto fisso. L’Ufficio Scolastico Regionale della Campania ha ufficialmente avviato le immissioni in ruolo, assegnando in modo permanente altrettanti incarichi, con l’obiettivo di rafforzare la struttura scolastica locale, da tempo penalizzata dalla mancanza di continuità didattica.
I numeri della stabilizzazione
Nel dettaglio, sono 147 le assunzioni effettuate direttamente dall’Ufficio Scolastico Regionale, a cui si aggiungono 95 nomine provenienti dalle Graduatorie ad Esaurimento, lo storico bacino dei cosiddetti “super precari”. Le convocazioni, partite nei giorni scorsi, sono avvenute tramite procedura telematica per garantire massima trasparenza, tracciabilità e velocità. Altri incarichi verranno assegnati nei prossimi giorni dalle graduatorie di concorso.
Le cattedre disponibili riflettono i bisogni reali del territorio: 311 posti tra scuola media e superiore per materie fondamentali come matematica, lettere, lingue straniere, scienze, tecnologia e discipline tecnico-professionali. Per la scuola dell’infanzia sono stati destinati 65 posti comuni e 12 per il sostegno; alla primaria 106 posti comuni e 36 sul sostegno. Una distribuzione che evidenzia l’urgenza di coprire le carenze di organico in ogni ordine scolastico, in un sistema spesso messo in crisi da un alto tasso di turnover.
Il precariato resta un problema aperto
Nonostante queste stabilizzazioni rappresentino un passo avanti, resta irrisolto il problema strutturale del precariato. «Non bastano poche assunzioni ogni anno – denuncia Roberta Vannini, segretaria regionale della Uil Scuola Campania – in Italia ci sono oltre 230mila docenti precari. Serve una scelta politica chiara». Il cuore del problema risiede nella differenza tra organico di diritto e organico di fatto: il primo è stabile e finanziato, il secondo viene definito ogni anno e non permette assunzioni a tempo indeterminato. Questo sistema costringe le scuole a riassegnare continuamente cattedre, spesso a personale sempre nuovo, rendendo difficile qualsiasi progetto educativo a lungo termine.
La richiesta del sindacato
«La scuola – aggiunge Vannini – è un luogo di educazione, non solo d’istruzione. Servono persone stabili e riconosciute nel loro ruolo professionale ed economico. Non si può costruire qualità sull’instabilità». La proposta sindacale è chiara: trasformare i posti vacanti dell’organico di fatto in organico di diritto e consentire l’accesso a tutte le graduatorie disponibili, comprese le GPS di prima fascia, sia per il posto comune che per il sostegno. Intanto, per i 242 docenti neoassunti, il prossimo settembre segnerà l’inizio di una nuova fase: quella della certezza lavorativa e della possibilità di costruire, con continuità, il proprio progetto educativo.