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Crollo demografico nelle scuole salernitane: persi 23mila studenti in dieci anni

Lecce insegnante aggredito scuola

Immagine di repertorio

In dieci anni le scuole della provincia di Salerno hanno perso oltre 23mila studenti: un crollo demografico che mette in crisi il sistema scolastico e apre nuove sfide per il futuro. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Salerno, crollo demografico nelle scuole: persi 23mila studenti in dieci anni

Salerno e la sua provincia stanno vivendo una trasformazione silenziosa ma profonda, che scava nel cuore del sistema scolastico e mette in discussione la tenuta sociale del territorio. Dal 2015 al 2025 le scuole salernitane hanno perso complessivamente 23.192 studenti, un numero pari alla popolazione scolastica di una città come Cava de’ Tirreni. Un’emorragia lenta ma costante, che obbliga dirigenti e amministrazioni a ripensare l’organizzazione: dall’aumento delle pluriclassi nei piccoli comuni interni al rischio chiusura per alcune sedi periferiche, fino alla necessità di modelli didattici più flessibili e innovativi.

I numeri del crollo

Il calo riguarda ogni grado di istruzione, seppur con intensità diversa. La scuola dell’infanzia registra la perdita più pesante: da 27mila bambini nel 2015 a 19.419 nel 2025, con un crollo di 7.581 iscritti. La primaria passa da 49.574 a 42.129 alunni (-7.445), mentre la secondaria di primo grado scende da 33.427 a 29.356, con 4.071 studenti in meno.

Le superiori, dopo anni di relativa tenuta, segnano un arretramento: da 56.825 a 52.730 iscritti (-4.095). Un trend che ora si manifesta con forza: nell’anno scolastico 2025-2026 le iscrizioni scendono a 55.512, con quasi mille alunni in meno rispetto all’anno precedente, il peggior dato degli ultimi decenni. Ancora più allarmante il crollo al primo anno: 11.004 iscritti nel 2023-2024, scesi a 10.605 per il 2025-2026. In soli due anni, quasi 400 studenti persi all’ingresso del ciclo superiore.

L’allarme dei sindacati

Una situazione che preoccupa fortemente sindacati e operatori. Roberta Vannini, segretario regionale Uil Scuola Campania, sottolinea: «Se vogliamo stabilizzare la scuola che forma i cittadini di domani, bisogna eliminare il precariato e valorizzare chi, tra mille difficoltà, tiene in piedi gli istituti. Occorre sottrarre la scuola ai vincoli di bilancio e trasformare il calo demografico in opportunità, riducendo il numero di alunni per classe».

Il tema delle reggenze aggrava lo scenario: in Campania sono 45 le scuole senza un dirigente titolare, di cui 15 solo nel Salernitano. Una situazione che penalizza soprattutto le aree interne, dove si moltiplicano le pluriclassi e gli insegnanti devono reinventare metodi didattici sempre più inclusivi. In questo contesto fragile, la scuola campana è chiamata a reggere l’urto di un fenomeno strutturale, bilanciando emergenza e programmazione, con l’obiettivo di garantire stabilità e qualità.

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