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Salerno, la riforma delle strutture territoriali è ferma al palo: case di comunità ancora chiuse

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Foto generica
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A tre anni dal decreto ministeriale e oltre un anno dalla rendicontazione, le 33 case di comunità previste in provincia di Salerno sono ancora chiuse. Solo Roccadaspide ha attivato un servizio. La riforma è ferma al palo. Lo riporta Il Mattino.

Salerno, la riforma è ferma al palo: case di comunità ancora chiuse

La tanto attesa riforma dell’assistenza territoriale in Campania, che avrebbe dovuto rivoluzionare la gestione della sanità di prossimità e decongestionare i pronto soccorso degli ospedali salernitani, resta nei fatti incompiuta. A più di un anno dalla chiusura della rendicontazione prevista dal PNRR e a tre anni dal decreto del Ministero della Salute che ne definiva l’impianto, la realtà sul territorio è sconfortante. Nel dettaglio, nessuna delle 33 case di comunità previste nella provincia di Salerno è oggi operativa. E non solo: a livello regionale, l’unico presidio che può vantare almeno un servizio attivo è l’ospedale di comunità di Roccadaspide, con una disponibilità di 10 posti letto.

Cosa sono le case e gli ospedali di comunità

Le case della comunità sono pensate come centri polifunzionali per l’assistenza primaria e specialistica, destinati a offrire servizi sociosanitari di base e di prevenzione. In teoria, al loro interno si dovrebbero poter eseguire screening per il diabete e l’oncologia, oltre a esami come spirometria ed elettrocardiogramma.

Diversa, ma complementare, la funzione degli ospedali di comunità: piccoli presidi dedicati a pazienti che necessitano di cure a bassa intensità e brevi degenze, in un’ottica di alleggerimento della pressione sugli ospedali principali.

Una promessa mancata

La riforma avrebbe dovuto segnare un punto di svolta nell’organizzazione della sanità pubblica, puntando su prossimità, efficienza e integrazione socio-sanitaria. Invece, il quadro attuale parla di ritardi cronici, cantieri in stallo e strutture completate ma mai entrate in funzione.

Il caso di Roccadaspide, sebbene positivo, rimane un’eccezione, non sufficiente a compensare il generale immobilismo del sistema. Nel frattempo, i pronto soccorso di Salerno e provincia continuano a essere sovraffollati, spesso al collasso, in mancanza di un filtro territoriale efficace.

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