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Salerno, assolto dall’accusa di truffa: vittima non lo riconosce, manca la prova decisiva

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Immagine di repertorio
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Il Tribunale di Salerno ha assolto con formula piena “per non aver commesso il fatto” Luigi Montagna: l’uomo era accusato di truffa ai danni di un’anziana, ma la vittima non ha saputo identificarlo né in aula né in fase d’indagine. Lo riporta Il Mattino.

Salerno, assolto dall’accusa di truffa: vittima non lo riconosce

È stato assolto con formula piena “per non aver commesso il fatto” Luigi Montagna, finito a processo con l’accusa di aver truffato una donna anziana spacciandosi per carabiniere. Inizialmente imputato per estorsione, il reato era stato riqualificato in truffa durante il processo. A emettere la sentenza è stato il giudice monocratico Domenico Diograzia, della prima sezione penale del Tribunale di Salerno, che ha accolto la tesi dell’avvocato difensore Raffaele Di Palo.

I fatti contestati

Secondo la ricostruzione, il 7 novembre 2023 un sedicente carabiniere si sarebbe presentato alla porta della vittima, raccontandole che i suoi figli erano rimasti coinvolti in un grave incidente stradale e che per farli rilasciare serviva una cauzione. In preda al panico, la donna consegnò un orologio e 350 euro, parte di una presunta somma totale di 500 euro.

L’uomo che aveva ricevuto la denuncia, Luigi Montagna, era stato collegato al caso per la presenza della sua utenza telefonica nella zona del fatto, in corrispondenza della data e dell’orario dell’evento. Tuttavia, quella stessa utenza non era tra quelle che contattarono la parte offesa, lasciando un vuoto importante nel quadro probatorio.

Il nodo del riconoscimento mancato

Fondamentale per l’assoluzione è stato il mancato riconoscimento da parte della vittima. Dopo aver visionato oltre 500 fotografie fornite dagli investigatori, non riconobbe nessuno. Inoltre, non è stato possibile verificare se tra quelle immagini fosse presente anche quella dell’imputato, perché mancavano agli atti.

A complicare ulteriormente la possibilità di ricostruire i fatti, un certificato medico presentato dalla figlia della donna ha attestato un grave deficit cognitivo della vittima, che ha impedito ogni ulteriore tentativo di identificazione in aula.

Le motivazioni della sentenza

Il giudice ha quindi stabilito che, in assenza di prove dirette e con elementi indiziari deboli, non vi fosse modo di attribuire la responsabilità penale a Luigi Montagna, disponendone l’assoluzione.

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