Boom di adesioni al tempo pieno e alla mensa scolastica della provincia di Salerno: oltre 28mila alunni coinvolti tra primaria e infanzia. Un modello di welfare che rafforza famiglie e comunità. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Salerno: boom di adesioni al tempo pieno e mensa, oltre 28mila studenti coinvolti
La provincia di Salerno scopre nella scuola un baluardo fondamentale del welfare quotidiano. L’impennata di richieste per tempo pieno e mensa scolastica non rappresenta solo una crescita numerica, ma un cambiamento sociale concreto: tante famiglie trovano negli istituti un supporto affidabile per conciliare ritmi lavorativi e vita domestica. Le scuole del territorio, pronte a rispondere in maniera organizzata e puntuale, scalano così le classifiche nazionali dei servizi educativi.
I numeri
La fotografia è chiara:
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10.361 alunni della primaria restano a scuola fino al pomeriggio, distribuiti in 591 classi autorizzate al tempo pieno con mensa;
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17.791 bambini delle scuole dell’infanzia frequentano 923 sezioni con pasto e orario prolungato.
In totale, 28.152 studenti pranzano, studiano e vivono la scuola oltre l’orario tradizionale: una cifra che conferma la capacità organizzativa del territorio e la risposta alle nuove esigenze delle famiglie.
Il confronto nazionale
Se Napoli si ferma a 22.145 alunni su 103mila totali, realtà come Milano e Roma superano rispettivamente 115mila e 120mila studenti. Anche Firenze e Torino registrano percentuali molto elevate. In questo quadro, Salerno conquista un ruolo di rilievo: offre mensa e tempo pieno come strumenti per mantenere equilibrio familiare e sostenere genitori sempre più impegnati.
La mappa del tempo pieno
Il fenomeno si distribuisce in maniera omogenea su tutto il territorio:
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Baronissi: 98 alunni alla direzione didattica e 64 all’“Autonomia 82”.
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Agropoli: 177 alunni.
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Sarno: 147 nel secondo circolo, 154 al “De Amicis Baccelli”.
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Scafati: 155 nel terzo circolo.
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Tramonti–Ravello: 171.
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Pagani: 130 al “Sant’Alfonso De L.”.
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Pontecagnano: 301 al “Picentia” e 353 al Moscati.
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Salerno: 111 all’Ogliara, 180 al “Vicinanza”, 275 alle “Medaglie d’Oro”, 259 al “Barra-Mari”, 124 al “Calcedonia-San Tommaso”.
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Battipaglia: 242 al “Gatto”, 139 al “Marconi” e 141 al “Salvemini”.
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Giffoni: 358 al “Milani Linguiti”.
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Sala Consilina: 516, uno dei dati più elevati.
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Montesano: 317.
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Bellizzi: 391.
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Angri: 251 allo “Smaldone”.
E molti altri Comuni, dal Cilento al Vallo di Diano, registrano numeri significativi.
Perché è un modello di welfare
Il tempo pieno, nel Salernitano, non è più un’eccezione ma una scelta:
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per i bambini significa pasti garantiti, socialità, continuità educativa e supporto negli apprendimenti;
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per i genitori rappresenta una risposta stabile alla gestione degli orari di lavoro;
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per le comunità è un motore silenzioso che migliora la qualità della vita.
La mensa diventa così un punto di equilibrio: permette ai piccoli di vivere la scuola come luogo accogliente e ai grandi di affrontare le giornate con maggiore serenità. In un contesto nazionale frammentato, Salerno non rincorre: guida il cambiamento.








