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Sacco riabbraccia i suoi figli nel mondo: emozione e identità nell’incontro con la comunità emigrata

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Foto dell'incontro
Foto dell'incontro

A Sacco, nella sala consiliare, l’abbraccio tra istituzioni e cittadini emigrati: un incontro carico di emozione che riafferma il senso di comunità oltre ogni confine. Lo riporta InfoCilento.

Sacco: emozione e identità nell’incontro con la comunità emigrata

In occasione della ricorrenza dedicata alla Madonna degli Angeli, il Comune di Sacco ha vissuto un momento toccante e carico di significato: nella sala consiliare, l’Amministrazione comunale ha accolto ufficialmente i cittadini sacchesi emigrati in Italia e all’estero, rafforzando un legame che il tempo e le distanze non hanno mai spezzato.

L’incontro, fortemente voluto dal sindaco Franco Latempa, ha avuto il sapore di un abbraccio collettivo tra chi è partito e chi è rimasto, ma continua a condividere radici, ricordi e tradizioni. Presenti, oltre alla giunta comunale, numerosi cittadini e l’ex presidente dell’associazione “Sacchesi d’America”, Pasquale Masullo.

L’iniziativa

“Non esistono emigrati, ma cittadini che portano con sé il nostro patrimonio umano, culturale e storico ovunque vadano – ha dichiarato Latempa –. Sacco è una comunità che si estende ben oltre i suoi confini.” L’iniziativa si inserisce in un percorso di valorizzazione della memoria e della partecipazione avviato prima della pandemia e ora rilanciato con rinnovato entusiasmo. Tra gli interventi più sentiti, quello di Pietro Petraglia, giornalista originario di Sacco e oggi residente a Niteroi, in Brasile, dove guida il Gruppo Editoriale e ha fondato la rivista “Comunità Italiana”, punto di riferimento per i tanti connazionali che vivono oltreoceano.

All’incontro hanno preso parte anche il vicesindaco Emilia Polito e i consiglieri Francesco Monaco, Fernando Marino, Angela Di Candia, Raimondo Tedesco e Antonio Masullo. Il prossimo appuntamento si terrà il 3 agosto, con una videochiamata all’attuale presidente dei “Sacchesi d’America”, Mario Saggese, per rafforzare ulteriormente il ponte ideale che unisce il borgo cilentano ai suoi figli nel mondo. “L’identità non si misura solo nei luoghi fisici – ha concluso Latempa – ma nella memoria, nel cuore e nella volontà di sentirsi parte di una storia comune. Sacco oggi si conferma comunità viva, globale e coesa.”

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