Cronaca Salerno, Salerno

Ruggi, il direttore Verdoliva risponde alle critiche sulla circolare interna

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Ruggi di Salerno
Ruggi di Salerno

Il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, Ciro Verdoliva, ha replicato alle affermazioni di Mario Polichetti in merito alla recente circolare interna, che vieterebbe al personale la divulgazione di informazioni sullo stato di salute dei pazienti a soggetti non formalmente autorizzati. Polichetti aveva definito la disposizione un potenziale “bavaglio” per chi intende segnalare problemi e malfunzionamenti.

Ruggi, il direttore Verdoliva risponde a Polichetti

In una nota ufficiale, Verdoliva chiarisce che la circolare non rappresenta un atto di censura, ma si basa sul rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali, in particolare il Regolamento UE 2016/679 (GDPR) e il D.Lgs. 196/2003, nonché sulle linee guida etiche e deontologiche che regolano l’attività sanitaria. Secondo il direttore, la diffusione di informazioni sullo stato di salute, diagnosi o prognosi, anche attraverso contatti informali, può costituire un illecito e rappresenta un grave tradimento della fiducia dei pazienti.

Verdoliva sottolinea che fare chiarezza non significa imbavagliare: segnalare disservizi, criticità organizzative o situazioni di rischio per la salute pubblica è un diritto, da esercitare attraverso i canali appropriati, come il sistema di whistleblowing disciplinato dalla Legge n. 179/2017 e dal D.Lgs. n. 24/2023. L’Azienda garantisce anonimato, riservatezza e protezione da ritorsioni per chi effettua le segnalazioni.

Il direttore ha inoltre evidenziato che confondere la libera denuncia con la diffusione arbitraria di dati sanitari è scorretto e potenzialmente dannoso per pazienti, familiari e operatori. Verdoliva ha concluso ribadendo l’impegno della direzione a conciliare legalità, trasparenza e tutela dei diritti, sottolineando che nessuna interpretazione strumentale potrà giustificare comportamenti illeciti o la violazione della riservatezza dei pazienti.

La nota integrale

In qualità di Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” Scuola Medica Salernitana, ritengo doveroso fare chiarezza su quanto recentemente affermato a mezzo stampa dal dr. Mario Polichetti. La disposizione da me emanata, oggetto di commenti dai toni allarmistici e infondati, non ha nulla a che vedere con atti di censura. Essa si base, invece, sull’applicazione rigorosa della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali, in particolare il Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR) e il D.Lgs. 196/2003 ed ogni ulteriore modifica e integrazione ovvero Linee Guid, oltre che sul rispetto dei fondamentali principi etici e deontologici che regolano l’attività sanitaria. Divulgare informazioni sullo stato di salute, diagnosi o prognosi di una persona malata – sia pubblicamente, sia attraverso una catena indefinita di “amici” o conoscenti che, peraltro, interferiscono spesso con il regolare svolgimento delle attività clinico-assistenziali attraverso continue e inappropriate sollecitazioni telefoniche – non è “trasparenza”: è un illecito, talvolta anche penalmente rilevante, e in ogni caso un grave tradimento della fiducia che ogni cittadino ripone in una struttura sanitaria pubblica. Fare chiarezza non significa imbavagliare. Segnalare disservizi, criticità organizzative o situazioni di pericolo per la salute pubblica è un diritto – anzi, un dovere – da esercitare attraverso i canali e le sedi appropriate, a partire dai meccanismi interni previsti per il whistleblowing, strumento disciplinato dalla Legge n. 179/2017 e dal D.Lgs. n. 24/2023, attuativo della Direttiva (UE) 2019/1937 ed ogni ulteriore modifica e integrazione ovvero Linee Guida. L’Azienda garantisce, in conformità alla normativa vigente la massima tutela dell’anonimato, la riservatezza del contenuto delle segnalazioni e la protezione del segnalante da ogni forma di ritorsione. Diversamente, confondere la libera denuncia con la diffusione arbitraria di informazioni sanitarie è profondamente scorretto e pericoloso, oltre che dannoso per i pazienti, per i loro familiari e per l’intera comunità sanitaria. Chi ha responsabilità pubbliche e politiche dovrebbe conoscere la differenza tra “trasparenza” e “violazione della legge”. Accusare un’azienda sanitaria di “repressione” solo perché chiede il rispetto della normativa sulla privacy significa, purtroppo, alimentare un clima di disinformazione e sfiducia che non giova né ai pazienti, né agli operatori, né all’immagine dell’Azienda stessa, che continuerò a tutelare – sempre – in ogni sede. La mia Direzione continuerà a lavorare con il massimo impegno per coniugare legalità, trasparenza e tutela dei diritti. Ma nessuna interpretazione strumentale o polemica pretestuosa potrà autorizzare comportamenti illeciti, né giustificare la violazione del diritto fondamentale alla riservatezza dei nostri assistiti.

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