A Capaccio Paestum, un gruppo di cittadini esprime preoccupazione per l’installazione di una base per l’antenna 5G nel Capoluogo, situata a pochi metri dalle abitazioni e da luoghi sensibili come il Parco Capri e il campo sportivo. La denuncia riguarda la mancanza di informazione e trasparenza nei procedimenti autorizzativi e la possibile esposizione a rischi per la salute.
Preoccupazioni della comunità
Un gruppo di residenti di Capaccio Capoluogo, preoccupato per la costruzione di una base per antenna 5G, ha inviato una lettera alla redazione di Voce di Strada per sollecitare chiarezza. L’antenna è stata installata vicino a numerose abitazioni, un parco, e altre strutture frequentate dalla comunità. Nonostante la conferenza dei servizi si sia svolta il 16 giugno e la pubblicazione all’albo pretorio risalga al 20 giugno, i lavori sono iniziati il 23 giugno, con una scarsa visibilità delle autorizzazioni e senza avviso pubblico.
Chiarezza sulle autorizzazioni e l’impatto sanitario
I cittadini chiedono una verifica approfondita sulla regolarità della procedura autorizzativa e il rispetto delle normative urbanistiche, paesaggistiche e di tutela della salute. L’ARPAC, che ha dato parere favorevole, non ha reso pubblici i criteri utilizzati per approvare l’installazione in un’area densamente popolata. La vicinanza dell’antenna alle abitazioni solleva dubbi legittimi, soprattutto in un’area in cui potrebbero essere installate anche altre antenne.
I rischi per la salute e le preoccupazioni ambientali
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non ha escluso completamente i rischi legati all’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici, in particolare per le categorie più vulnerabili come bambini, anziani e persone con patologie croniche. Anche se i limiti di legge in Italia sono tra i più restrittivi (6 V/m), i cittadini richiedono che vengano presi in considerazione gli effetti cumulativi di più antenne in un’area già densamente abitata.
Cosa si può fare
I cittadini chiedono l’accesso agli atti per verificare tutte le autorizzazioni concesse e i pareri degli enti competenti. Inoltre, propongono l’idea di un ricorso al TAR per sospendere i lavori se emergono irregolarità o vizi nella procedura. Viene anche suggerita una perizia tecnica indipendente per misurare l’esposizione elettromagnetica e la creazione di un comitato di cittadini per chiedere lo spostamento dell’impianto in una zona meno impattante.