Nel Cilento il Natale non è soltanto una ricorrenza religiosa, ma un rito domestico che si rinnova di anno in anno attorno ai fornelli. Tra cucine profumate di miele e agrumi, mani esperte e ricette custodite gelosamente, i dolci natalizi diventano il simbolo di una memoria collettiva fatta di gesti lenti, condivisione e identità. Struffoli, castagnole e scauratielli raccontano una storia che unisce borghi, famiglie e generazioni.
Struffoli cilentani: il dolce delle feste per eccellenza
Gli struffoli rappresentano uno dei protagonisti indiscussi del Natale nel Sud Italia, ma nel Cilento assumono caratteristiche proprie, influenzate dalla tradizione locale. Le piccole sfere di impasto fritto, preparate con farina, uova, zucchero, burro o olio e profumi di limone, vengono avvolte nel miele caldo e decorate con zuccherini colorati.
Ogni paese custodisce la sua variante: c’è chi aggiunge un tocco di limoncello o vino bianco all’impasto, chi preferisce dimensioni più grandi e morbide e chi arricchisce il tutto con frutta secca come mandorle e nocciole. Il risultato è sempre lo stesso: un dolce conviviale, immancabile sulle tavole natalizie.
Castagnole, pastorelle e mbuttitelle: mille nomi, un’unica anima
Nel panorama dei dolci cilentani spiccano le castagnole ripiene, note con nomi diversi a seconda delle zone: cazuncielli, pastorelle, lucerne o mbuttitelle. Ogni denominazione racconta una storia, spesso legata alla forma o al ripieno.
L’impasto semplice, a base di farina, uova e zucchero, racchiude un cuore goloso di castagne e cioccolato. Tradizionalmente fritte, esistono anche versioni al forno, glassate con naspro e decorate con confettini. Sono dolci che evocano l’infanzia e le feste trascorse in famiglia.
Scauratielli: la magia di una ricetta antica
Più complessa e affascinante è la preparazione degli scauratielli, considerati tra i dolci più impegnativi della tradizione natalizia cilentana. L’impasto nasce dall’unione di farina, olio, vino bianco e acqua bollente aromatizzata con agrumi e rosmarino.
La lavorazione richiede forza, precisione e concentrazione assoluta, tanto che una credenza popolare suggerisce di restare soli in cucina per non compromettere la riuscita del dolce. Una volta fritti, gli scauratielli vengono serviti caldi, ricoperti di miele e profumati con rosmarino fresco.
Un patrimonio di semplicità e memoria
I dolci di Natale del Cilento sono l’espressione autentica di una cucina povera ma ricca di significato, basata su ingredienti genuini e facilmente reperibili. Ogni ricetta è un frammento di storia, tramandato di generazione in generazione, che continua a vivere sulle tavole natalizie come simbolo di appartenenza e continuità.
Assaporarli significa compiere un viaggio nel tempo, riscoprendo il valore delle tradizioni e il legame profondo tra cibo, territorio e comunità.








