Dopo undici anni di chiusura al pubblico, uno dei luoghi più simbolici dell’antica Poseidonia torna finalmente visitabile. Il Santuario di Hera Argiva sul fiume Sele, interdetto dal 2014 a causa di una violenta esondazione, riapre grazie a un importante progetto di valorizzazione promosso dai Parchi archeologici di Paestum e Velia. L’inaugurazione del nuovo itinerario di visita, intitolato “Il tempio al confine – Hera e il paesaggio del Sele”, è fissata per giovedì 4 dicembre alle ore 10.30.
Un santuario di frontiera tra mito greco e paesaggio del Sele
Alla foce del Sele, da oltre 2600 anni, mito e storia si intrecciano. Secondo la tradizione, fu Giasone, di ritorno con gli Argonauti dalla conquista del vello d’oro, a dedicare alla dea di Argo un santuario in questo luogo di frontiera.
Nel VI secolo a.C., i coloni greci di Poseidonia scelsero proprio quest’area come limite settentrionale del loro territorio, edificando il santuario su un confine naturale che separava la chora di Poseidonia dalle terre etrusche. Per secoli il complesso è stato un riferimento religioso e culturale, profondamente legato al paesaggio costiero.
Oggi, con la riapertura, il santuario torna leggibile nella sua relazione originaria con il Sele e con l’ambiente circostante.
Il nuovo percorso: archeologia, natura e accessibilità
Il progetto di riapertura ha integrato ricerca archeologica, paesaggio e accessibilità, restituendo al sito una struttura di visita chiara e rispettosa del contesto.
Il percorso, sviluppato su oltre 41.000 metri quadrati, prevede:
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indagini geofisiche e archeologiche per una migliore lettura storica del sito;
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un percorso facilitato in terra stabilizzata, pensato per una fruizione inclusiva;
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una passerella espositiva in materiali reversibili;
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pannelli informativi e mappe tattili per una comunicazione accessibile;
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nuove aree di sosta integrate nel paesaggio;
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un sistema di recinzione in pali di castagno, che tutela e ordina lo spazio sacro.
Il tracciato guida i visitatori dalle linee più strutturate all’ingresso verso geometrie più morbide, che seguono l’ansa del Sele attraverso camminamenti segnati da paletti in legno e cordame. L’orientamento dei percorsi è studiato per far percepire le principali fasi evolutive del santuario.
Il Giardino di Hera: le piante come memoria del sacro
Elemento centrale del progetto è il Giardino di Hera, uno spazio vegetale ispirato alle essenze anticamente documentate nell’area sacra.
La selezione comprende melograni, querce, mirto, lavanda, rosmarino e altre specie mediterranee: non una ricostruzione filologica, ma un richiamo evocativo alle atmosfere che un tempo caratterizzavano il complesso.
La pannellistica, pensata per essere leggera, accessibile e tattile, si inserisce in continuità con gli standard comunicativi dei Parchi di Paestum e Velia. Le zone d’ombra progressivamente create dalla vegetazione invitano a una visita più lenta, in linea con la filosofia del Museo narrante di Hera Argiva.
“Un primo passo verso un sito sempre più accessibile”
“Con questo intervento minimo, semplice ma efficace. Abbiamo voluto dare un primo grado di accessibilità alle strutture visibili sul terreno, permettendo una lettura contemporanea del sito nelle sue stratificazioni. Colleghiamo così la storia del santuario dedicato a Hera e del suo giardino con la successiva configurazione territoriale fatta di masseria, coltivi e paesaggio naturale della foce del Sele“, spiega Antonella Manzo, architetto dei Parchi archeologici di Paestum e Velia.
La progettazione punta a una progressiva estensione dell’accessibilità:
In futuro sono previsti ulteriori interventi per garantire un accesso sicuro anche alle persone con esigenze fisiche e cognitive specifiche, così che possano fruire pienamente dell’area archeologica e del museo narrante.
Sulla stessa linea, l’architetto Ornella Silvetti (ALES) sottolinea come l’intervento sia stato concepito a basso impatto ambientale, con strutture di ridotta vulnerabilità e rispettose degli ecosistemi e della biodiversità presenti nell’area.
Visite guidate al Santuario e al Giardino di Hera
A partire da dicembre, il Santuario e il Giardino di Hera saranno visitabili con appuntamenti fissi:
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sabato alle ore 11.00
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domenica alle ore 15.00
Le visite, curate dai volontari del Servizio Civile formati dai Parchi, prevedono anche date aggiuntive nelle prime domeniche del mese e nella festività dell’8 dicembre 2025.
L’ingresso al santuario è incluso nel biglietto dei Parchi archeologici di Paestum e Velia e nell’abbonamento Paestum&Velia. È obbligatoria la prenotazione via e-mail all’indirizzo: pa-paeve.promozione@cultura.gov.it
Prima di recarsi al santuario è necessario ritirare il biglietto presso le biglietterie dei Parchi.
“Un luogo fondativo restituito al territorio”
“La riapertura del Santuario di Hera sul fiume Sele restituisce alla comunità un luogo fondativo della sua storia. Mito, paesaggio e archeologia tornano a dialogare in un’unica narrazione, oggi più accessibile e consapevole“, evidenzia Tiziana D’Angelo, direttrice dei Parchi archeologici di Paestum e Velia.
Il 2026 vedrà inoltre il riallestimento del Museo dedicato alla dea e l’avvio di nuove campagne di scavo, per approfondire la conoscenza del complesso e del suo contesto originario.
Tre nuove metope dal santuario: un ritrovamento decisivo
La valorizzazione del sito si inserisce in una fase cruciale per la ricerca. Nel 2023, durante le indagini condotte dall’Università degli Studi di Napoli Federico II sotto la direzione della professoressa Bianca Ferrara, nell’area tra il tempio tardo-arcaico e la stoà meridionale sono emerse tre metope in arenaria, frammentarie e in avanzato degrado.
Due sembrano collegarsi al celebre ciclo delle “danzatrici”, mentre la terza, ancora in studio, potrebbe appartenere a un fregio finora non documentato. Si tratta di materiali provenienti direttamente dallo scavo, fondamentali per analisi multispettrali, mineralogiche e iconografiche che permetteranno di comprendere meglio tecniche costruttive e decorazioni.
Per garantire la conservazione e la futura esposizione delle metope, i Parchi hanno avviato una campagna di raccolta fondi tramite ArtBonus, che consente ai donatori sgravi fiscali fino al 65%.
Un progetto che unisce ricerca, tutela e comunità
La riapertura del Santuario di Hera Argiva e il nuovo percorso di visita rappresentano il primo tassello di una strategia più ampia, che coinvolge:
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la direzione dei Parchi (Tiziana D’Angelo);
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i funzionari e tecnici (Antonella Manzo, Ornella Silvetti, Maria Boffa);
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il mondo accademico (Bianca Ferrara e l’Università Federico II).
Un lavoro corale che punta a trasformare il santuario del Sele in un laboratorio vivo di archeologia, paesaggio e partecipazione, in cui la memoria antica continua a dialogare con chi visita questi luoghi oggi.
