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Referendum a Salerno, la storia di Nayma: «Non ho votato perché non sono abbastanza italiana»

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Nayma

Referendum a Salerno: la storia di Nayma, 19 anni, marocchina ma cresciuta in Cilento, che racconta il senso di esclusione per non poter votare e il desiderio di sentirsi pienamente italiana, nonostante la mancanza della cittadinanza. Lo riporta Il Mattino.

Referendum a Salerno, la storia di Nayma

«Non posso votare, anche se vivo qui come chiunque altro». A parlare è Nayma Aboussakkine, giovane di 19 anni nata in Marocco ma arrivata in Italia quando aveva appena 3 anni. Vive a Controne, un piccolo comune ai piedi degli Alburni, e da poco ha terminato gli studi all’Istituto Parmenide di Roccadaspide. Durante l’estate lavora in un albergo a Santa Maria di Castellabate, immersa in un territorio che considera casa sua.

La famiglia

La sua famiglia è in Italia da quasi vent’anni: «I miei genitori hanno sempre lavorato duramente per darci stabilità», racconta Nayma. Lei, la sorella di 24 anni, nata anch’essa in Marocco, e il fratello di 13, nato invece in Italia, sono cresciuti qui, con il cuore italiano, ma senza i pieni diritti che quel cuore meriterebbe.

L’arabo è la lingua madre, parlata in famiglia, ma è l’italiano – con un tocco di dialetto cilentano – la lingua con cui Nayma pensa e sogna. Un sogno amaro in questi giorni di referendum, quando la giovane ha sentito più forte che mai il peso di non poter votare: «Votare significa poter dire la tua, sentirsi parte di questo Paese. Avrei voluto entrare in un seggio, prendere quella scheda e sapere che anche la mia scelta conta. Mi avrebbe fatto sentire riconosciuta, ascoltata, uguale agli altri».

Il voto

Questa sensazione è condivisa da molti figli di migranti che, come Nayma, sono italiani a tutti gli effetti, ma non per lo Stato. «Non avere la cittadinanza mi ha fatto sentire diversa anche nelle cose più semplici – spiega con rammarico – Ogni volta che provavo a partecipare a un concorso, a un viaggio studio, persino per richiedere un documento, mi sentivo dire “tu non puoi”. Non sei mai abbastanza italiana, anche se sei nata e cresciuta qui. La cittadinanza è ciò che dà il diritto di sentirsi uguali agli altri. Senza di essa, ti senti ospite in quella che invece è casa tua».

A Controne, racconta Nayma, non ha mai subito razzismo vero, quello violento o offensivo, ma ha avvertito tante volte una forma più sottile di esclusione: «Non ho potuto partecipare a concorsi di bellezza come Miss Italia, anche se ho vinto altri premi. Ci sono frasi e sguardi che ti fanno sentire diversa, che ti ricordano che non sei abbastanza italiana». Nonostante tutto, i sogni di Nayma sono grandi e includono il desiderio di diventare una modella, ma non solo per sfilare o apparire in foto. «Voglio essere un volto che rappresenta chi non si sente mai abbastanza, chi non viene visto, chi ogni giorno deve dimostrare il doppio per essere come gli altri».

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