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Ravello, si rinnova il prodigio della liquefazione del Sangue di San Pantaleone: fede e mistero nella celebrazione del Santo Patrono

Ravello, si rinnova il prodigio della liquefazione del Sangue di San Pantaleone: fede e mistero nella celebrazione del Santo Patrono
Foto di repertorio

Anche quest’anno, a Ravello, si è verificato il tradizionale fenomeno della liquefazione del Sangue di San Pantaleone, patrono della città. L’evento, che si manifesta in concomitanza con la ricorrenza del martirio del Santo Medico — avvenuto nel 305 d.C. a Nicomedia — rappresenta un momento centrale del culto e della devozione popolare come riportato da QuotidianoCostiera.

Ravello, si rinnova il prodigio della liquefazione del Sangue di San Pantaleone

Già nel mese di giugno erano stati osservati segnali precoci del cambiamento: nell’ampolla che conserva la reliquia erano apparsi riflessi color rubino, localizzati nello strato centrale destro. La trasformazione è culminata nel giorno della festa, quando, durante la solenne celebrazione eucaristica in Duomo, il Sangue si è presentato in stato visibilmente liquefatto. Nella parte intermedia della reliquia era distinguibile una colorazione rosso rubino brillante, sovrastata da uno strato biancastro tendente al giallognolo.

La reliquia è custodita in una preziosa ampolla di vetro dalla forma tonda e schiacciata, racchiusa in una cornice d’argento dorato finemente lavorata con motivi fogliacei e trafori esalobati, attribuibile al periodo aragonese e realizzata, con ogni probabilità, in una bottega napoletana. La struttura poggia su una base esagonale a forma piramidale e presenta, nella parte superiore, una statuina barocca del Santo che regge con una mano il Vangelo e con l’altra un ramo di palma unito alla corona imperiale, simboli del martirio e della gloria eterna.

Dal 1661, l’ampolla è collocata sull’altare della cappella laterale destra del Duomo di Ravello, protetta da due grate in ferro. Da oltre tre secoli nessuno può maneggiarla. Il contenuto, che riempie circa metà dell’ampolla, presenta nella parte inferiore una massa scura e densa, secondo la tradizione composta da sangue mescolato a sabbia o terra, raccolta dai fedeli sul luogo del martirio.

Nel giorno della ricorrenza, il liquido sacro mostra segni visibili del fenomeno in corso: crepe, fluttuazioni e piccole bolle che preannunciano la liquefazione. Un processo che sfida le conoscenze scientifiche, poiché il sangue, una volta separato dal corpo umano, tende a coagulare e deteriorarsi. Eppure, a Ravello, si rinnova ogni anno un mutamento fisico che non trova al momento spiegazioni certe.

Numerosi studiosi hanno tentato di ricondurre il fenomeno a cause naturali, escludendo collegamenti con fattori esterni come la temperatura ambientale. Tuttavia, il culto del Sangue di San Pantaleone affonda le radici nella storia della cristianità orientale: secondo fonti documentarie, la reliquia era già venerata a Costantinopoli nell’XI secolo, con testimonianze risalenti al 1057.

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