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Rapporto Agromafie, Campania sorvegliata speciale: la provincia di Salerno la più colpita

Agromafie salerno

Immagine di repertorio

L’ottavo Rapporto Agromafie, pubblicato da Eurispes in collaborazione con Coldiretti, accende i riflettori sulla Campania e in particolare sulla provincia di Salerno, collocata nella “zona rossa” per l’alta incidenza di reati legati all’agroalimentare. Le operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine hanno fatto emergere una serie di irregolarità e gravi illeciti, soprattutto nella filiera di produzione dei derivati del pomodoro e nei prodotti a base di carne suina.

Agromafie, Campania sorvegliata speciale: la provincia di Salerno la più colpita

Nel Salernitano, i controlli hanno rilevato prodotti importati dall’Egitto e spacciati per italiani, con etichette contraffatte e contenuti di pesticidi ben oltre i limiti consentiti dalla normativa. La situazione ha sollevato un allarme per la salute pubblica e per la credibilità del Made in Italy agroalimentare. Accanto alle frodi commerciali, sono stati riscontrati casi di intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo, a conferma della persistenza del caporalato nella filiera agricola.

Le altre province: presenza mafiosa sopra la media

Anche le province di Napoli, Caserta e Avellino registrano un tasso di penetrazione delle agromafie superiore alla media nazionale. Fanno eccezione solo i territori del Beneventano. In particolare, a Caserta le infiltrazioni criminali hanno colpito il settore dell’allevamento di bufalini. Napoli, invece, si distingue per un vero e proprio impero economico illegale, con interessi nella gestione di supermercati, nella distribuzione di latticini e nella panificazione.

Contraffazioni e ristorazione nel mirino dei clan

Nel capoluogo campano sono stati scoperti laboratori clandestini destinati alla produzione di olio, vini e champagne contraffatti, a testimonianza della presenza di gruppi criminali ben organizzati nel campo della falsificazione alimentare. Le indagini hanno inoltre rivelato il crescente interesse dei clan camorristici napoletani nei confronti della ristorazione, in particolare nei locali della Capitale, Roma.

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