La petizione per salvare il punto nascita di Sapri approda alla Camera. Il PSI attacca il Ministero dopo il no alla deroga e chiede un confronto urgente: «Difendiamo i diritti delle comunità periferiche». Lo riporta InfoCilento.
Punto nascita di Sapri, la petizione arriva alla Camera: il PSI chiede la deroga e attacca il Ministero
La battaglia per salvare il punto nascita dell’ospedale di Sapri segna un altro passaggio istituzionale decisivo. La sezione del Partito Socialista Italiano del Golfo di Policastro annuncia che la petizione popolare, avviata per garantire la continuità del servizio, ha raggiunto un nuovo traguardo nel suo percorso parlamentare.
L’iniziativa, sostenuta da cittadini e amministratori locali, mira a ottenere dal Ministero della Salute una deroga prevista dal Protocollo Metodologico del Comitato Percorso Nascite Nazionale, indispensabile per mantenere operativo il reparto. Tra le richieste, anche il riesame del “Decreto Balduzzi”, che impone un minimo di 500 nascite l’anno: un parametro ritenuto inadatto ai territori periferici e in calo demografico.
La petizione arriva in Parlamento
Dopo l’esame nella 10ª Commissione del Senato (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), il documento è stato trasmesso alla XII Commissione Affari Sociali della Camera, con protocollo n. 1256. Un passaggio definito dal PSI «di grande valore politico e istituzionale»: il Parlamento ora dispone di un atto formale che impone un confronto sul destino dei servizi sanitari nelle aree marginali. «Nessuna forza politica può più sottrarsi», afferma il partito, sottolineando come la mobilitazione rappresenti una dimostrazione concreta di partecipazione civica e difesa dei diritti dei cittadini del Golfo di Policastro.
Il rigetto del Ministero e la dura replica del PSI
La sezione socialista esprime forte dissenso per il diniego del Ministero della Salute alla deroga richiesta dalla Regione Campania. Una decisione ritenuta «ingiustificata e politicamente orientata», in cui sarebbero mancate valutazioni tecniche adeguate. Particolarmente contestata la posizione ministeriale secondo cui «non vi sarebbero mutamenti nel disagio orografico dell’area interessata», giudicata dal PSI una considerazione lontana dalla realtà quotidiana delle comunità meridionali.
Riconoscimento della zona disagiata e appello al Governo
Secondo il PSI, il Ministero non ha tenuto conto della Legge Regionale n. 11 del 22 luglio 2025, con cui la Campania ha riconosciuto Sapri come zona disagiata sotto il profilo dell’accesso ai servizi sanitari. Questo pronunciamento, per il partito, rafforza la legittimità della richiesta di deroga. La difesa del presidio, sottolineano i socialisti, non è una battaglia politica ma un tema di «dignità e giustizia per i territori più fragili», dove la chiusura del punto nascita metterebbe a rischio il diritto alla maternità sicura e alle cure di prossimità.
Riaprire il dialogo con il Ministero
Il PSI sollecita infine il Ministero a ritirare il provvedimento e a riaprire un confronto basato su dati oggettivi, equità territoriale e rispetto delle decisioni regionali. «Le scuse sono finite. Se il Governo non ascolta, i cittadini del territorio faranno sentire la propria voce», dichiarano il segretario cittadino Antonio Pisani e il coordinatore del Golfo di Policastro Gianfrancesco Caputo.








