Cronaca Salerno, Salerno

Punto nascita di Sapri, scontro tra Ministero e territori: il documento ministeriale boccia il ricorso. “Privo di fondamento”

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L'ospedale di Sapri
L'ospedale di Sapri

Come riportato da Il Mattino, si riaccende la tensione attorno al punto nascita dell’ospedale di Sapri, a pochi giorni dall’udienza fissata al Tar per il 5 novembre, che dovrà decidere sul futuro del reparto. Il presidio, riaperto temporaneamente per effetto di un provvedimento giudiziario, è al centro di un nuovo scontro tra le istituzioni territoriali e il Ministero della Salute, dopo l’emersione di un documento ministeriale che definisce “privo di fondamento nel merito e da rigettare integralmente” il ricorso presentato dai Comuni del Distretto Sapri-Camerota.

Punto nascita di Sapri, scontro tra Ministero e territori

Il testo, indirizzato dall’amministrazione centrale all’Avvocatura Distrettuale di Napoli come parte della propria difesa davanti al Tar, è giunto inaspettatamente durante il sit-in organizzato sotto il Municipio di Sapri, dove cittadini, sindaci e comitati civici si erano radunati per manifestare in difesa del reparto di ostetricia e ginecologia. A diffonderne il contenuto è stato il sindaco Antonio Gentile, che ha definito il documento “un colpo basso” nella fase più delicata della vertenza.

Nel parere, il Ministero giudica “contraddittorio e opportunistico” il comportamento della Regione Campania, che prima avrebbe disposto la chiusura del punto nascita – nell’ottica di uscire dal piano di rientro sanitario – e successivamente ne avrebbe chiesto il mantenimento in deroga. Il Ministero sottolinea inoltre che i “presupposti per il riconoscimento della deroga” restano “insussistenti”, non essendo mutate le condizioni rispetto al 2018, quando la richiesta fu già respinta dal Comitato Nazionale Punti Nascita.

Nel documento si ribadisce che “il parametro dei 500 parti l’anno rappresenta uno standard minimo di sicurezza” e che eventuali deroghe possono essere concesse “solo in circostanze eccezionali”. Per il Ministero, dunque, la Regione Campania non avrebbe dimostrato variazioni significative del disagio orografico del territorio, elemento decisivo per ottenere una deroga in aree periferiche o difficilmente raggiungibili.

La notizia ha provocato sgomento tra i partecipanti al presidio, spiazzando comitati e amministratori locali. Il Comitato per la difesa del punto nascita ha annunciato la volontà di proseguire la mobilitazione “fino allo sciopero generale”, mentre il sindaco Gentile ha denunciato “l’ennesimo atto di miopia istituzionale nei confronti delle aree interne del Cilento”.

Il sindaco di Vibonati, Franco Borrelli, ha ribadito che “da anni le comunità del Golfo di Policastro chiedono solo il riconoscimento di un diritto fondamentale: la tutela della salute di mamme e bambini”. Più cauta, invece, la posizione del centrodestra locale, che invita ad attendere una valutazione completa del documento ministeriale, ritenuto “estrapolato dal contesto” e utilizzato “a fini elettorali” in un momento politicamente sensibile.

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