Cronaca Salerno, Salerno

Pronto soccorso in affanno: tre pazienti ogni 4 minuti, boom di accessi impropri

Ruggi Salerno morto attesa pronto soccorso
Foto di repertorio
Ruggi Salerno morto attesa pronto soccorso

Il pronto soccorso dell’ospedale Ruggi di Salerno è di nuovo in affanno per il boom di accessi impropri che si stanno registrando nell’ultimo periodo: sono circa tre pazienti ogni quattro minuti. Solo nel 2024, tra il Ruggi e l’Asl, si sono registrati oltre 390mila arrivi. Il 77% sono codici verdi. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Pronto soccorso a Salerno: boom di accessi impropri

Un flusso ininterrotto, una macchina sotto sforzo continuo. Nei pronto soccorso della provincia di Salerno arrivano tre pazienti ogni quattro minuti, per un totale di circa 390mila accessi nel solo 2024, in netta crescita rispetto ai 180mila registrati nel 2021. Ma a preoccupare è soprattutto il sovraccarico da casi non urgenti: quasi 300mila sono codici verdi, ovvero situazioni a bassa complessità.

I numeri del 2024

Dai dati forniti da Asl e Ruggi, emerge uno scenario da trincea:

  • 262mila accessi negli ospedali dell’Asl Salerno

  • 127mila in quelli dell’Azienda ospedaliera universitaria

  • 315mila chiamate al 118, in aumento rispetto al 2023

  • Incremento di interventi effettivi: +4.042

  • Più invii in pronto soccorso via 118: +29.390

Non solo: aumentano anche i casi più gravi. I codici gialli crescono dell’8,57%, mentre i rossi del 18,35%, a conferma della maggiore pressione sulle strutture per reali emergenze.

Emergenza di accessi impropri

Dietro l’impennata dei numeri si nasconde un nodo strutturale: i pronto soccorso sono ormai intasati da richieste non urgenti, spesso causate da:

  • Ansia o fragilità dei pazienti

  • Difficoltà dei medici di base nel contenere e orientare i pazienti

  • Scarsa integrazione tra ospedale e territorio

  • Liste d’attesa infinite per prestazioni specialistiche

  • Mancanza di informazione su quando e dove rivolgersi

Un problema che drena risorse, allunga i tempi d’attesa e ostacola le vere emergenze. Basta un dato: i codici bianchi aspettano in media 164 minuti, i verdi 229, mentre per i codici gialli si arriva a oltre 6 ore (416 minuti).

Poco personale

Il quadro si complica ulteriormente con la carenza cronica di personale medico:

  • Solo 14 medici in servizio tra Pronto Soccorso e OBI al Ruggi

  • 17 unità nei presidi dell’Asl

  • Ben 84 medici richiesti nel concorso regionale per Medicina d’urgenza

Una situazione che rende difficile garantire la qualità dell’assistenza, soprattutto nel presidio di via San Leonardo, tra i più sotto pressione dell’intero territorio.

Il 118 in affanno

Anche il servizio di emergenza territoriale lavora senza sosta. L’introduzione dell’automedica ha migliorato la risposta nelle situazioni critiche, portando sul posto team avanzati di emergenza. Ma resta il problema: troppi invii verso i pronto soccorso che potrebbero essere evitati. L’analisi dei dati 2024 evidenzia un’urgenza sistemica: il pronto soccorso non può essere il punto di riferimento per ogni disagio sanitario o sociale. Serve una strategia ampia:

  • Potenziare la medicina territoriale

  • Velocizzare l’accesso alle visite specialistiche

  • Rafforzare il coordinamento tra servizi ospedalieri e medici di base

Solo così si potrà liberare il pronto soccorso dal ruolo improprio di “porta d’ingresso universale” e restituirgli la sua funzione primaria: salvare vite in caso di emergenza vera.

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