Nuova udienza ieri mattina al Tribunale di Vallo della Lucania nel procedimento che vede imputato il sindaco di Camerota, Mario Salvatore Scarpitta, rinviato a giudizio in relazione ai lavori di messa in sicurezza eseguiti nel 2023 sul costone roccioso del Mingardo, tra Cala del Cefalo e Cala Finocchiaro.
L’intervento, effettuato lungo la strada provinciale 562, era stato disposto a seguito dei ripetuti episodi di caduta massi che avevano interessato lo stesso tratto negli anni precedenti. La ricostruzione degli eventi e la verifica delle procedure autorizzative restano i nodi centrali del dibattimento come riportato dal quotidiano Il Mattino.
Processo sul costone del Mingardo, ammesse cinque parti civili
Durante l’udienza, presieduta dal giudice Vincenzo Pellegrino, il Collegio ha disposto l’ammissione di cinque parti civili: l’associazione “Per un Comune Migliore”, Legambiente, la Fondazione Angelo Vassallo, il Codacons e il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, rappresentato dall’avvocato Vincenzo Speranza. Respinta invece la richiesta di costituzione di parte civile presentata da “Europa Verde”, che non prenderà parte al processo.
L’accusa sostiene che i lavori sarebbero stati eseguiti senza le necessarie autorizzazioni previste in materia ambientale e paesaggistica e che l’intervento, culminato con l’esplosione controllata di una porzione di falesia, avrebbe determinato un impatto rilevante su un’area ricompresa in un contesto protetto. La difesa del sindaco sostiene invece la necessità e l’urgenza dell’azione per la tutela della pubblica incolumità, richiamando il rischio concreto per la circolazione e per le abitazioni nelle vicinanze.
Il giudice ha rinviato il processo al 24 giugno, giornata nella quale saranno ascoltati due testimoni indicati dal pubblico ministero. La loro deposizione è ritenuta rilevante in relazione alla catena decisionale e agli atti tecnici che hanno preceduto l’apertura del cantiere. La sequenza degli interventi, la natura delle autorizzazioni richieste e la valutazione dei rischi costituiscono elementi su cui si concentrerà la prossima fase dibattimentale.
Nel corso dell’udienza, l’avvocato Matteo Marchetti, presidente Codacons Campania, ha sottolineato l’importanza dell’ammissione dell’associazione tra le parti civili, richiamando l’attenzione sul valore ambientale e paesaggistico dell’area e sulla necessità di vigilanza continua. Il Parco nazionale ha ribadito il ruolo dell’ente nella tutela delle zone costiere, richiamando il profilo di interesse turistico e sportivo del sito, la cui stabilità e fruizione sono elementi ritenuti essenziali.
Il procedimento prosegue dunque con l’acquisizione di nuove testimonianze e con la ricostruzione tecnica delle operazioni effettuate nel 2023, in attesa degli sviluppi istruttori che potranno definire la cornice delle responsabilità eventualmente contestate.








