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“Nessuna gara truccata”, Zoccola si difende al processo Coop: Savastano chiede l’assoluzione

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Il processo

Nel processo Coop di Salerno, Vittorio Zoccola respinge le accuse di appalti su misura e denuncia indagini lacunose. I legali di Nino Savastano chiedono l’assoluzione «perché il fatto non sussiste». Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Processo Coop Salerno: Zoccola nega appalti pilotati, la difesa di Savastano chiede l’assoluzione

«Non c’è stato alcun appalto cucito su misura per le mie cooperative. Le indagini condotte nei miei confronti presentano gravi lacune». Così Vittorio Zoccola, l’imprenditore coinvolto nel processo noto come Coop, ha difeso la propria posizione davanti ai giudici, rendendo ieri dichiarazioni spontanee in aula. Zoccola, imputato insieme al consigliere regionale Nino Savastano, è accusato di presunte irregolarità nella gestione degli appalti per il verde pubblico, che secondo la Procura sarebbero stati “pilotati” in coincidenza con la campagna elettorale per le regionali.

L’udienza

Durante il suo intervento, Zoccola ha respinto con forza le accuse, denunciando la presunta superficialità delle indagini e ricordando come le sue cooperative, prima dell’inchiesta, avessero un fatturato di tre milioni di euro l’anno. «Oggi fatturo zero – ha affermato –. Si è arrivati perfino a dire che le mie aziende non avevano dipendenti, quando invece, come dimostrano i documenti Inps prodotti dai miei legali, ne contavano decine». L’udienza è poi proseguita con le arringhe difensive, successive alle requisitorie dei pubblici ministeri Guglielmo Valenti ed Elena Cosentino, che hanno chiesto condanne a quattro anni e un mese per Savastano e a quattro anni e otto mesi per Zoccola.

Le parole dell’avvocato Giovanni Annunziata

A prendere la parola, l’avvocato Giovanni Annunziata, difensore del consigliere regionale insieme al collega De Caro, che ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito «perché il fatto non sussiste» e «perché non vi è alcuna prova di condotte illecite». Il legale ha sottolineato l’assenza di qualsiasi ruolo attivo di Savastano nelle proroghe degli appalti ritenute illegittime dalla Procura: «Non esiste un solo episodio che dimostri contatti con il dirigente del settore Ambiente, Luca Caselli. Non c’è un’intercettazione, né una prova di rapporto. Diventa difficile difendersi da accuse prive di un atto concreto, di un vantaggio economico o di un accordo corruttivo».

Annunziata ha inoltre evidenziato che parte delle intercettazioni è stata dichiarata inutilizzabile, alterando l’intero impianto accusatorio: «Quelle conversazioni non dimostrano alcun comportamento illecito, ma solo ricostruzioni suggestive basate su un trojan installato nel telefono di Savastano, che non ha mai evidenziato condotte irregolari». La giornata si è conclusa con le discussioni degli avvocati Giuseppe Della Monica e Gaetano Manzi, difensori di Zoccola, che hanno contestato le ipotesi di turbativa d’asta e corruzione, sostenendo l’inconsistenza delle accuse mosse dalla Procura.

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