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Processo Capezzuti, testimone lascia l’aula e sbotta contro i difensori

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Marzia Capezzuti

Momenti di tensione nel processo per l’omicidio di Marzia Capezzuti, che vede imputati Barbara Vacchiano e Damiano Noschese, davanti alla Corte di assise di Salerno. Una delle principali testimoni, chiamata a deporre, ha dato vita a una vera e propria scena in aula, esasperata dalle domande incalzanti degli avvocati della difesa come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Processo Capezzuti, testimone lascia l’aula e sbotta

Infastidita dai rilievi mossi dai legali Giuseppe Russo e Luigi Capaldo, che le contestavano incongruenze tra le dichiarazioni rese durante le indagini e quelle più recenti, la testimone ha abbandonato l’aula, pronunciando improperi e lamentele. «Io qui non ci volevo proprio venire», avrebbe detto, per poi rientrare e aggiungere: «Facimm presto», «Sempre le stesse cose devo ripetere, io me ne devo andare».

Il presidente della Corte, che per tutta l’udienza ha cercato di richiamarla alla calma, è intervenuto in maniera netta dopo l’ennesimo rifiuto a rispondere: «Signora, sia seria. Stiamo giudicando un reato molto grave, come l’omicidio, con persone imputate. Lei è obbligata a deporre e soprattutto a dire la verità».

Il controesame

Durante l’udienza, i difensori hanno sollevato dubbi sulla reale attendibilità della testimone, ipotizzando che abbia parlato per proteggere qualcuno e che non fosse a conoscenza diretta delle confidenze di Marzia Capezzuti. «Se sapeva delle condizioni di Marzia, dei maltrattamenti che subiva, perché non è andata dai carabinieri?», hanno chiesto gli avvocati.

La risposta è stata incerta: la donna ha raccontato che, quando i carabinieri si recavano in casa Vacchiano-Noschese per verificare il rispetto dei domiciliari da parte del suo compagno, Marzia si nascondeva in un’altra stanza, su indicazione di qualcuno. Ha aggiunto di aver visto una sola volta anche gli assistenti sociali, presenti per questioni riguardanti i figli di Barbara Vacchiano.

Le discrepanze

Ulteriori incongruenze sono emerse sulle circostanze dell’ultima volta in cui la testimone avrebbe visto Marzia nella casa degli imputati e su una videochiamata tra Annamaria Vacchiano e il fratello Stefano, quest’ultimo già condannato in appello a dieci anni, all’epoca dei fatti minorenne.

Il dibattimento proseguirà nelle prossime udienze, con l’ascolto di altri testimoni e il confronto tra le versioni fornite in aula e le dichiarazioni rese durante le indagini preliminari.

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