I legali della famiglia Vacchiano, imputata nel processo per la morte di Marzia Capezzuti, contestano la credibilità delle accuse mosse nei loro confronti, sostenendo che siano frutto di rancore personale. Al centro della loro argomentazione vi è la testimonianza dell’avvocato Stefania De Martino, la prima a denunciare, nel febbraio 2021, le presunte violenze subite dalla giovane come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Processo Capezzuti, la difesa dei Vacchiano
Durante l’ultima udienza davanti alla Corte d’Assise, la difesa ha sottolineato che le dichiarazioni dell’avvocato De Martino si basano su informazioni ricevute da una persona ritenuta inattendibile, identificata come M.A. Secondo i legali, questa testimone non avrebbe assistito direttamente agli episodi di maltrattamento riferiti, come il fatto che Marzia fosse costretta a dormire e mangiare a terra o a bere le proprie urine.
A supporto della loro tesi, gli avvocati evidenziano un altro elemento: uno dei militari coinvolti nelle indagini avrebbe descritto M.A. come una persona poco credibile, ipotizzando che le sue dichiarazioni fossero dettate da motivi di astio e rancore nei confronti della famiglia Vacchiano.