L’udienza del processo contro l’ex sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, è stata rinviata al 24 aprile. In attesa delle motivazioni della Corte di Cassazione per evitare conflitti di competenza.
Caso Alfieri, udienze rinviate in attesa delle motivazioni della Cassazione
L’udienza del processo a carico dell’ex sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri, e di altri cinque indagati è stata rinviata al prossimo 24 aprile. Il tribunale di Salerno attende le motivazioni della Corte di Cassazione per evitare un potenziale “conflitto di giudicati” riguardo alla competenza territoriale del processo. A riportarlo è l’edizione odierna de Il Mattino.
Gli accusati, oltre a Franco Alfieri, includono la sorella Elvira Alfieri, gli imprenditori Alfonso D’Auria e Vittorio De Rosa, il tecnico comunale Carmine Greco e l’ex staffista Andrea Campanile. Tutti e sei sono attualmente agli arresti domiciliari, in seguito a un’inchiesta su presunti appalti truccati.
Le Questioni di Competenza
La questione centrale riguarda la competenza territoriale del tribunale. Poiché la difesa sostiene che il reato principale, l’eventuale corruzione, si sarebbe consumato a Torchiara, che ricade sotto la giurisdizione del Tribunale di Vallo della Lucania. Tuttavia, la Cassazione ha respinto la richiesta di attenuazione delle misure cautelari, Il che implica che il tribunale di Salerno potrebbe essere competente, poiché il dibattimento era già iniziato.
La richiesta di rinvio del dibattimento è stata presentata dagli avvocati di Alfieri e di altri indagati, e accolta dal presidente del collegio, il giudice Donatella Mancini. Il pubblico ministero Alessandro Di Vico ha dichiarato di non opporsi a questa decisione, evidenziando l’urgenza di un processo con detenuti.
Accuse e Allegazioni
Le accuse nei confronti degli indagati comprendono corruzione e turbativa della libertà degli incanti, legate a presunti appalti “pilotati”. Si fa riferimento a procedure di affidamento di lavori pubblici. Tra cui due appalti del comune di Capaccio Paestum assegnati alla Dervit, una società considerata vicina alla famiglia Alfieri. Secondo la procura salernitana, Alfieri avrebbe esercitato ingerenze nelle procedure di gara per garantire l’aggiudicazione a imprese in suo favore, in cambio di utilità come lavori in subappalto all’azienda di famiglia.