Salerno

Positano e il Natale di sessant’anni fa: quando il paese aveva un’anima familiare

Positano
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C’è un Natale che non si misura in luci, eventi o vetrine scintillanti, ma in ricordi. È quello della Positano di sessant’anni fa, quando il paese aveva una dimensione profondamente umana e ogni festa diventava un momento autentico di comunità.

La scuola, i giochi e l’attesa dei bambini

Alla vigilia delle vacanze natalizie, quella che oggi chiameremmo una sala polifunzionale era semplicemente l’aula più grande della scuola, dove insegnava il professor Porpora. Lì, ogni anno, si accumulavano montagne di giocattoli acquistati dall’amministrazione comunale dell’epoca, guidata prima da Vespoli e poi da Andrea Milano.

Dopo la recita natalizia, preparata con cura dalle maestre, quei doni venivano consegnati ai bambini. Giochi che, per l’epoca, erano veri e propri tesori: indimenticabile un carro armato telecomandato, oggetto quasi futuristico per quei tempi.

Quando Babbo Natale aveva un volto familiare

Il Natale era fatto anche di sorprese improvvise e gesti semplici. Un giorno il dottor Guido Rispoli passò a prendere alcuni bambini, li accompagnò in una casa di via Monte, poco sotto l’attuale Villa Franca, e li lasciò giocare. Poco dopo sparì con la scusa di una visita urgente.

Rientrò trasformato: vestito da Babbo Natale, con un grande sacco sulle spalle, pronto a distribuire regali. Un momento di meraviglia genuina, impossibile da replicare oggi.

Libertà, pazienza e rispetto

Allora si poteva giocare ovunque, senza che nessuno si sentisse disturbato. Partite interminabili di calcio si svolgevano persino sullo spiazzale della Chiesa Madre. E quando il pallone finiva sulla bancarella sottostante – o peggio, sfiorava la testa della signora che la gestiva – la reazione era sempre la stessa: un sorriso e tanta pazienza.

Oggi, probabilmente, la scena sarebbe ben diversa.

Un tempo che non torna

La Positano di oggi è cambiata, profondamente. E questo contrasto richiama alla mente le parole del recentemente scomparso Alain Delon:

Odio questa epoca, la rigetto. Tutto è falso, tutto è distorto, non c’è rispetto, non esistono più parole d’onore. Conta solo il denaro.

Parole dure, ma che sembrano trovare eco nel confronto tra ieri e oggi.

Il valore dei ricordi

Quel Natale di sessant’anni fa non era perfetto, ma era vero. Ed è proprio questa autenticità che oggi, nel rumore del presente, continua a mancare e a farci riflettere.

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