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Porto di Salerno, la consigliera Pecoraro (M5S): «Sì allo sviluppo, ma sostenibile. No al progetto attuale: serve delocalizzare»

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Porto di Salerno

«Salerno ha oggi davanti a sé un’occasione importante per crescere economicamente, ma non possiamo accettare che questo sviluppo avvenga sacrificando la nostra costa, il nostro paesaggio e l’identità della città». Con queste parole, Claudia Pecoraro, vicepresidente del Consiglio comunale e consigliera del Movimento 5 Stelle di Salerno, interviene pubblicamente sul progetto di ampliamento del porto commerciale del capoluogo, esprimendo una posizione netta e articolata.

Porto di Salerno, la nota della consigliera Pecoraro

Dopo aver analizzato documenti tecnici, articoli di stampa e aver ascoltato cittadini, esperti e realtà imprenditoriali, Pecoraro sottolinea la necessità di una crescita ordinata, intelligente e sostenibile, capace di tenere insieme sviluppo economico e tutela del territorio. Il progetto attualmente proposto, che prevede un’espansione verso il mare in direzione della Costiera Amalfitana, viene definito dalla consigliera come «una ferita permanente», che comporterebbe la deturpazione di una delle visuali più suggestive della città e la perdita di un bene collettivo.

«Sì, il porto ha bisogno di crescere – afferma Pecoraro – lo chiede il comparto produttivo e lo richiede una visione economica moderna. Ma lo sviluppo deve essere pensato nell’interesse di tutti e tutte».

La proposta alternativa è quella di delocalizzare il porto commerciale verso l’area opposta della città, nelle vicinanze dell’area industriale, meglio collegata a tangenziali e autostrade e con potenzialità logistiche concrete per ospitare un retroporto efficiente, moderno e ambientalmente compatibile. Secondo Pecoraro, questa scelta permetterebbe non solo di potenziare le infrastrutture, ma anche di liberare la fascia costiera attualmente occupata, restituendola ai cittadini attraverso un progetto di riqualificazione urbana con spiagge, parchi, spazi pubblici e impianti sportivi.

Al contrario, la consigliera contesta con decisione l’ipotesi di realizzare un retroporto nella ex cava del Cernicchiara, area sottoposta a vincoli ambientali e inadatta, secondo Pecoraro, ad accogliere una simile infrastruttura. «Un progetto che aggraverebbe le criticità esistenti, senza risolvere i problemi di fondo – dichiara – La vicenda delle rotatorie di Porta Ovest è l’esempio di una visione sbagliata della città: opere costose, instabili e invasive».

Per Pecoraro, la delocalizzazione del porto non è una proposta utopica, ma una scelta strategica e lungimirante, in grado di coniugare sviluppo e sostenibilità. «Immagino una Salerno diversa – conclude – una città viva, moderna, senza mostri infrastrutturali, che valorizza il suo paesaggio e cresce insieme alle sue persone, incastonata tra due costiere meravigliose e finalmente riconciliata con il proprio mare»

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