Quattro anni di attesa e nessun cantiere operativo: il Codacons Cilento accusa la Provincia di Salerno se il Ponte Tanagro è ancora chiuso. “Vergognoso immobilismo, cittadini traditi”. Pronta segnalazione a Procura e Corte dei Conti. Lo riporta InfoCilento.
Ponte Tanagro chiuso: l’accusa del Codacons Cilento
Una trivella che non arriva, un ponte ancora chiuso, comunità isolate e attività economiche penalizzate. Il Codacons Cilento, per voce del suo presidente, l’avv. Bartolomeo Lanzara, torna a denunciare con forza l’inaccettabile stallo nei lavori di ricostruzione del Ponte Tanagro, in località Caiazzano, nel Vallo di Diano.
Chiuso al traffico dal 29 ottobre 2021, il ponte – lungo appena 46 metri – avrebbe dovuto essere riaperto in tempi brevi. L’appalto, già finanziato con fondi pubblici, prevedeva la conclusione entro 175 giorni, come dichiarato dall’ex presidente della Provincia di Salerno Franco Alfieri nel luglio 2023. Oggi, però, a quasi quattro anni dalla chiusura, non esiste una data certa di riapertura né segnali concreti di avanzamento lavori.
«Un cantiere fantasma»
«La trivella mai arrivata è solo l’ultima di una lunga serie di beffe – denuncia Lanzara –. Intanto, le comunità di Padula, Sassano e dell’intero Vallo di Diano sono abbandonate all’isolamento. Le attività produttive sono allo stremo e la politica continua a tacere». Il Codacons parla senza mezzi termini di “disastro gestionale e umano”, puntando il dito contro la totale assenza di trasparenza e controllo da parte delle istituzioni.
Tra le irregolarità segnalate:
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assenza del cartello di cantiere, obbligatorio per legge (D. Lgs. 81/2008 e Codice degli Appalti);
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mancata vigilanza sullo stato dei lavori e sulla sicurezza dell’area;
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inerzia degli enti pubblici, che si limitano a comunicati e promesse mai mantenute.
Le richieste e l’ultimatum
Il Codacons Cilento chiede:
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la pubblicazione del cronoprogramma aggiornato dei lavori;
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informazioni chiare e ufficiali su tempi e modalità di completamento;
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attivazione immediata di controlli sul cantiere da parte degli organi competenti.
In mancanza di risposte concrete e tempestive, l’associazione annuncia l’intenzione di interessare la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti per l’accertamento di eventuali responsabilità civili, penali e contabili.