A Polla giacciono oltre 7.500 tonnellate di rifiuti nel sito Sra, per smaltirli servono circa 3 milioni di euro. Il Comune sollecita la Regione Campania, ma non c’è ancora una soluzione definitiva. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Polla, oltre 7.500 tonnellate di rifiuti alla Sra
Secondo le ultime rilevazioni regionali, nel sito della Sra a Polla sono stoccate più di 7.500 tonnellate di rifiuti, per la cui rimozione sarebbero necessari circa 3 milioni di euro. Al momento però non è chiaro chi dovrà farsi carico di questa spesa e quando verrà effettuato il pagamento. La Sra, azienda coinvolta nell’inchiesta sui rifiuti italo-tunisini, è fallita. I rifiuti presenti a Polla appartengono a una diversa tipologia di raccolta, ma il fallimento ha lasciato senza responsabili lo smaltimento. La proprietà del terreno, la Visama, ha escluso ogni competenza in materia di smaltimento, come disposto dal Tribunale.
Il Comune di Polla, quindi, è sotto pressione e sta cercando una soluzione definitiva con il supporto della Regione Campania. L’amministrazione locale fa affidamento sul principio di sussidiarietà, sperando in un intervento economico da parte dell’ente regionale. In un documento ufficiale inviato alla Regione, il Comune evidenzia come sia «insostenibile» l’onere finanziario per lo smaltimento, stimato in circa mezzo milione di euro, cifra che potrebbe comunque essere molto più alta.
Le responsabilità
Attualmente, la Sra è in fallimento, la Visama si è sottratta alle responsabilità legali, mentre il sindaco Massimo Loviso, nominato custode del sito, si trova a gestire una situazione complessa. In una lettera al commissario giudiziale, Loviso ha chiesto una proroga di 30 giorni per approfondire la situazione e attendere un intervento della Regione. Diversi tentativi di incontro con il vicepresidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, non hanno ancora prodotto risultati concreti. L’obiettivo è ottenere un supporto finanziario urgente almeno per avviare una rimozione parziale dei rifiuti.
Va ricordato che il piano di recupero era stato predisposto già dopo la revoca dell’autorizzazione ambientale integrata alla Sra da parte della Regione, e per mesi i rifiuti sono rimasti sotto la sorveglianza delle forze dell’ordine. Il sito, inoltre, ha già subito incendi in passato, aumentando le preoccupazioni per la sicurezza ambientale e pubblica.