Cronaca Salerno, Salerno

Presunto patto camorra-politica a Scafati: la Procura impugna l’assoluzione e chiede sei condanne

Aggressione nocera condannato
Immagine di repertorio
Aggressione nocera condannato

Presunto patto camorra-politica a Scafati: la Procura di Salerno impugna l’assoluzione e chiede sei condanne, tra cui quella del sindaco Aliberti. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino. Il nuovo processo si aprirà nel mese di gennaio, davanti alla Corte d’Appello di Salerno.

Patto camorra-politica a Scafati, la Procura di Salerno chiede sei condanne in appello

La Procura di Salerno torna alla carica sul presunto “patto tra camorra e politica” a Scafati. Dopo le assoluzioni pronunciate in primo grado, l’accusa ha presentato appello chiedendo la condanna di sei imputati, tra cui il sindaco Pasquale Aliberti, il fratello Aniello, la moglie Monica Paolino, l’ex staffista comunale Giovanni Cozzolino, l’ex vicepresidente dell’Acse Ciro Petrucci e l’ex consigliere comunale Roberto Barchiesi.

Il nuovo processo si aprirà nel mese di gennaio, davanti alla Corte d’Appello di Salerno. Nelle motivazioni depositate dal procuratore Rocco Alfano, viene sottolineata l’attendibilità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Alfonso Loreto e Romolo Ridosso, ritenute «coerenti e riscontrate» nonostante alcune contraddizioni definite “facilmente superabili”.

L’accusa

Secondo l’accusa, i due pentiti avrebbero fornito elementi utili per dimostrare come il clan intendesse “far comprendere al sindaco la forza del gruppo” con l’obiettivo di convincerlo a un accordo politico-elettorale. Un’intesa che, sebbene non avesse portato vantaggi concreti dopo le comunali del 2013, sarebbe stata rinnovata per le elezioni regionali del 2015.

Dall’appello, inoltre, emerge la posizione di Andrea Ridosso, ritenuto non pienamente consapevole delle strategie del clan. Diverso, invece, il ruolo dell’ex consigliere Roberto Barchiesi, che secondo la Procura sarebbe stato “punito” dall’organizzazione mafiosa per non aver rispettato i patti elettorali.

La richiesta della Procura

La Procura chiede alla Corte di riascoltare i collaboratori di giustizia e di rivalutare le testimonianze già raccolte in primo grado. Tra le richieste, anche quella di convocare Luigi Ridosso, esponente del clan già condannato per i medesimi fatti ma mai sentito nel processo di Nocera. Nelle conclusioni, l’accusa definisce Pasquale Aliberti come «il vero dominus dell’intera operazione politico-mafiosa», orchestrata sia per le amministrative del 2013 sia per le regionali del 2015, con il contributo operativo degli altri imputati. L’ultima parola spetterà ora ai giudici della Corte d’Appello, che discuteranno il caso nell’udienza fissata per il 29 gennaio.

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