Paolo Fattoruso, 49enne originario di Angri, supera la leucemia e nuota per 3 km nello Stretto di Messina. Il suo messaggio: “Scegliere sempre la vita, anche controcorrente”. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.
Angri, sconfigge leucemia e attraversa a nuoto lo Stretto di Messina
Ha il sapore di una favola moderna la storia di Paolo Fattoruso, 49 anni, originario di Angri, che dopo aver sconfitto la leucemia ha trovato la forza e il coraggio di affrontare il mare aperto, attraversando a nuoto lo Stretto di Messina. Tre chilometri tra le due sponde d’Italia, un ponte simbolico tra la malattia e la rinascita.
Non un atleta professionista, ma un uomo comune con una forza fuori dal comune. Appassionato di nuoto, ha trasformato la fatica della malattia in energia per realizzare qualcosa di straordinario. E oggi, la sua impresa sportiva è diventata un messaggio di speranza che ha fatto il giro del web.
«Mi ha sorpreso tutto l’affetto ricevuto. Sono felice se il mio gesto può servire da esempio. Ho vissuto un momento molto difficile, ma non ho permesso che diventasse una scusa per arrendermi», ha raccontato Paolo. «Ho scelto – e continuerò a scegliere – la vita, la luce, il lavoro, gli affetti. È questa la mia rotta».
Un’impresa che parla al cuore
Ad accoglierlo con entusiasmo è stata l’intera comunità di Angri. Tra i primi a congratularsi, il sindaco Cosimo Ferraioli, che ha voluto rendere omaggio al coraggio del concittadino: «Ci sono imprese che non si misurano in chilometri, ma in forza d’animo. Paolo ha attraversato lo Stretto, ma soprattutto ha attraversato la malattia. Non ha mai mollato e ha dimostrato che si può sempre ricominciare, anche a bracciate, anche controcorrente». Lo Stretto di Messina, scelto non a caso, è diventato per Paolo una metafora potente: un confine attraversato, un passaggio tra il prima e il dopo, tra la sofferenza e la rinascita.
Il valore della gratitudine
Nel racconto della sua impresa, Paolo non dimentica di ringraziare chi gli è stato accanto: «Devo tanto al mio mental coach Alfonso Calabrese, a Mario e Alfonso Abate della Rari Nantes Campania e al centro sportivo Sporting di Poggiomarino. Senza il loro sostegno, non sarei arrivato fin qui». E anche se ci tiene a sottolineare di non considerarsi un eroe, la sua storia è un esempio concreto per chi sta affrontando momenti difficili: «Sono solo una persona che ha trovato dentro di sé la forza per rinascere. E spero che la mia esperienza possa aiutare qualcuno a fare lo stesso».