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Palinuro, polemica sulla chiusura della spiaggia per disabili. Christian Durso risponde alla replica della dirigente del Piano di Zona: “Diritti non sono soggetti a vincoli di bilancio”

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Christian Durso

A Palinuro scoppia la polemica sulla chiusura anticipata della spiaggia per disabili. Christian Durso risponde alla replica della dirigente del Piano di Zona: “Diritti non sono soggetti a vincoli di bilancio”.

Palinuro, chiusura della spiaggia per disabili: il commento di Christian Durso

A sollevare la questione è stato l’attivista Cristian Durso, che con un video ha denunciato la chiusura anticipata della spiaggia per disabili, sottolineando come fare il bagno a mare sia un diritto di tutti, anche oltre la fine di agosto. La questione ha coinvolto il Comune di Centola e il Piano di Zona S9, con la coordinatrice Gianfranca Di Luca che ha chiarito: «Il contributo di 5mila euro erogato annualmente ai Comuni costieri viene utilizzato per la balneazione assistita, mentre i Comuni dell’entroterra lo impiegano per le colonie estive. Quest’anno abbiamo implementato l’attrezzatura con una sedia galleggiante per facilitare l’accesso al mare alle persone con disabilità».

La replica di Durso

I diritti non sono soggetti a fondi limitati, DEVONO ESSERE GARANTITI sempre e a tutti. È giurisprudenza consolidata che nessun diritto può essere negato per carenza di fondi! La balneazione DEVE essere garantita alle persone con disabilità per tutti il periodo estivo. Lo dice l’articolo 3 della costituzione che espressamente dice : “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli”. Non è un problema delle persone con disabilità che devono vedere semplicemente garantiti e rispettati i propri diritti, dove si devono trovare i fondi se dal piano di zona o il comune… basta scaricabarili!

Tuttavia sembra strano che il Piano di Zona non fa una rendicontazione precisa di come ogni Comune utilizza i fondi pubblici ricevuti…
Nel mio appello ho chiamato anche alla responsabilità il Comune di Centola, che anche lui deve garantire la balneazione, e InfoCilento.it potrebbe intervistare. Inoltre pare che la dottoressa non è bene a conoscenza che non esiste una sedia per le persone con disabilità, per entrare in mare migliore di un’altra, come la Dottoressa Di Lucia vuole fare intendere. Infatti esistono sedie più adatte ad un tipo di patologia rispetto ad un altro. La sedia recentemente data dal Piano di Zona, è sicuramente un ottimo ausilio, con indicazione particolare per le persone con tracheotomia. Mentre per altre patologie come per Anita d’Amico che utilizza la “gob”, oppure come può testimoniare il genitore di un ragazzo con disabilità Signor Mariano Sinno, e anche io stesso, troviamo più utile e comoda il tipo in alluminio che affonda “sole mare”. Mai generalizzare quando si parla di disabilità!”

Il CNDDU sostiene Durso

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) sostiene l’appello di Durso: “Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) esprime la propria piena condivisione rispetto alle parole dell’attivista Christian Durso, il quale ha richiamato con forza un principio che non può e non deve mai essere dimenticato: i diritti non sono concessioni discrezionali né subordinati a vincoli di bilancio, ma garanzie inderogabili da tutelare sempre e per tutti. La recente discussione innescata dalla replica della dirigente del Piano di Zona S9, Dottoressa Gianfranca Di Luca, rende ancora più urgente ribadire un punto essenziale: la balneazione per le persone con disabilità non rappresenta un lusso, ma un diritto pienamente riconosciuto dal nostro ordinamento costituzionale e dalla giurisprudenza consolidata. L’articolo 3 della Costituzione afferma con chiarezza che è compito dello Stato rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini. Tra questi ostacoli vi sono barriere fisiche, culturali e organizzative che spesso impediscono a persone con disabilità di vivere esperienze comuni, come accedere al mare durante il periodo estivo.

Il CNDDU intende sottolineare altresì un aspetto cruciale: non esiste un unico ausilio valido per tutte le persone con disabilità, poiché ciascuna condizione richiede attenzioni e strumenti specifici. Generalizzare significa ignorare la diversità delle esigenze e negare quella personalizzazione che costituisce il vero cuore del rispetto dei diritti umani. La scelta delle attrezzature, come le sedie per la balneazione, non può quindi ridursi a una valutazione puramente tecnica o burocratica, ma deve essere orientata al principio dell’appropriatezza e della dignità di ciascun individuo. Ribadiamo inoltre che le responsabilità nell’assicurare la piena fruibilità del mare e degli spazi pubblici non spettano esclusivamente agli enti sovracomunali: anche i Comuni, come quello di Centola nel caso specifico, hanno il dovere istituzionale e morale di garantire servizi inclusivi ed effettivi.

Il CNDDU, nel ringraziare Christian Durso e tutti coloro che, con testimonianze dirette e richiami civici, mantengono alta l’attenzione su questi temi, invita le istituzioni a un confronto costruttivo, libero da giustificazioni economiche e fondato su una visione autenticamente inclusiva. I diritti non si negoziano: si rispettano. Sempre.”

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