Un esame non superato, la paura di deludere la propria famiglia e il peso di un percorso universitario percepito come troppo lungo. Ci sarebbe tutto questo, secondo quanto riporta Il Mattino, dietro il suicidio di A.C., lo studente trentenne di Pagani che l’altro ieri si è lanciato nel vuoto dal terrazzo del condominio di via Sant’Erasmo, dove viveva con i genitori. Il giovane, iscritto alla facoltà di Ingegneria, non avrebbe retto alla delusione per un esame andato male, un ostacolo che riteneva insormontabile e che lo avrebbe allontanato ulteriormente dal traguardo della laurea.
Pagani, studente si toglie la vita dopo aver fallito un esame
A ricostruire il dramma è stata una cugina del ragazzo, che ha affidato ai social un lungo messaggio di dolore e di riflessione: «La verità non è mai una colpa – ha scritto – mio cugino ha deciso di togliersi la vita perché non ha superato un esame all’università. Un ostacolo che sembrava insormontabile solo perché aveva paura di deludere, di non essere abbastanza, di dover dire ai suoi genitori che qualcosa era andato storto. Aveva persino già organizzato la festa di laurea. Ma nella vita non si vince sempre».
Secondo quanto emerso, A.C. avrebbe vissuto con crescente angoscia la preparazione dell’esame, investendovi tempo e speranze. Il mancato superamento, avvenuto pochi giorni fa, lo avrebbe profondamente segnato. Per il giovane, quel risultato negativo rappresentava una sconfitta personale, amplificata dalla convinzione di aver deluso le aspettative dei suoi cari e di non essere più in grado di rialzarsi. Dopo una notte di tormento, l’altra mattina avrebbe raggiunto il terrazzo del palazzo in cui abitava, salendo fino al tetto. Da lì, in un momento di disperazione, si è lanciato nel vuoto, da un’altezza di circa venti metri.
I soccorsi del 118 sono arrivati in pochi minuti, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Pagani per i rilievi di rito. L’intera comunità è rimasta scossa dalla tragedia, che ha riportato al centro dell’attenzione il tema della fragilità emotiva dei giovani e dell’importanza del sostegno psicologico negli ambienti universitari.
«Si può anche fallire, ma solo momentaneamente», ha scritto ancora la cugina nel suo messaggio, lanciando un appello alla prevenzione e al dialogo: «Con l’ascolto e il sostegno giusto tutto si può affrontare. Non bisogna vergognarsi di un fallimento, perché un fallimento non definisce chi siamo. Parlate, cercate aiuto, apritevi. Se usiamo i social per mostrare le parti belle delle nostre vite, impariamo anche a usarli per raccontare la fragilità e i momenti bui. È lì che possiamo davvero aiutarci».








