Il Comune di Padula e la Soprintendenza bloccano il progetto di una nuova antenna 5G alta 34 metri: “Opera incompatibile con il paesaggio e i siti culturali”. Lo riporta InfoCilento. La decisione è maturata a seguito della riunione della Commissione paesaggistica comunale del 27 agosto, che ha definito la struttura “anomala e impattante”.
Padula, stop all’antenna 5G: vincoli paesaggistici bloccano il progetto
Il Comune di Padula ha espresso parere negativo al progetto di installazione di una nuova stazione di telefonia mobile in località Strettoia dei Monaci, nell’ambito del bando PNRR Italia 5G. L’impianto, alto 34 metri, è stato bocciato dagli organi competenti per la tutela paesaggistica e ambientale, che hanno giudicato l’opera eccessivamente invasiva.
I vincoli paesaggistici
La decisione è maturata a seguito della riunione della Commissione paesaggistica comunale del 27 agosto, che ha definito la struttura “anomala e impattante”. Secondo i tecnici, l’antenna avrebbe compromesso il corso d’acqua protetto Fosso Fabbricato e alterato la percezione del paesaggio circostante, che comprende siti di alto valore storico e culturale come il centro storico di Padula, il convento di San Francesco, l’area archeologica di Cosilinum e la Certosa di San Lorenzo, patrimonio UNESCO. La commissione ha sottolineato che l’altezza della torre, paragonabile a un edificio di dieci piani, l’avrebbe resa visibile da numerosi punti panoramici, con un impatto “non mitigabile” e del tutto decontestualizzato rispetto al paesaggio antropico.
Il parere della Soprintendenza
La valutazione negativa è stata condivisa anche dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, che ha ribadito l’incompatibilità dell’opera con il contesto tutelato. Stessa posizione è arrivata dalla Soprintendenza speciale per il PNRR, che ha definito la torre un elemento “fuori scala” rispetto al territorio.
Le parole della sindaca
«Accogliamo con senso di responsabilità l’esito della valutazione – ha dichiarato la sindaca Michela Cimino –. La tutela del paesaggio e dei nostri beni culturali resta una priorità assoluta, perché rappresentano l’identità e la memoria della comunità».