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Ospedali salernitani, quadro in chiaroscuro: migliorano alcune performance, persistono criticità strutturali

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L'ospedale Ruggi d'Aragona
L'ospedale Ruggi d'Aragona

Un’analisi estesa dei parametri clinico-assistenziali della rete ospedaliera salernitana, così come rilevati dal Piano Nazionale Esiti 2025 riferito all’anno 2024, restituisce un sistema in evoluzione ma ancora segnato da aree critiche.

Il documento, che valuta l’aderenza agli standard nazionali e il livello qualitativo dei principali reparti, evidenzia un miglioramento complessivo, pur con differenze significative tra strutture e aree cliniche come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Ospedali salernitani, quadro in chiaroscuro

Nel principale polo provinciale, l’ospedale Ruggi d’Aragona, emergono performance di eccellenza nel settore respiratorio e conferme consolidate nei bypass aortocoronarici e nell’apparato osteomuscolare. In controtendenza rispetto agli anni precedenti, l’area neurologica – che in passato rappresentava uno dei punti di forza, in particolare per la gestione dell’ictus ischemico – mostra ora un quadro meno brillante, mentre rimangono inferiori agli standard diversi indicatori della chirurgia oncologica. Sul fronte ostetrico, il Ruggi riflette un trend diffuso in tutta la provincia: il tasso dei cesarei resta elevato, nonostante una lieve riduzione.

Il livello medio delle strutture salernitane registra progressi nei principali indicatori. Gli interventi ortopedici di frattura di anca e femore entro due giorni raggiungono il 66,59 per cento, segnando un aumento rispetto all’anno precedente. Migliorano anche gli esiti della chirurgia mammaria e la mortalità correlata agli interventi per tumore del colon. Stabilità, invece, per le colecistectomie laparoscopiche e l’aderenza generale delle chirurgie. Nel settore materno-infantile i cesarei scendono al 38,76 per cento, ancora lontani dal 22 per cento richiesto, mentre rimane marginale la quota di parti vaginali dopo un precedente taglio cesareo. Aderenza nella media per la nefrologia.

All’interno dell’azienda ospedaliera universitaria, la chirurgia generale del Fucito di Mercato San Severino conferma livelli elevati, mentre il comparto cardiocircolatorio migliora ma resta in fascia media. A Cava de’ Tirreni si registrano indicatori alti per cardiocircolatorio e medi per l’osteomuscolare; respiratorio e chirurgia generale risultano sotto standard.

In provincia, l’Umberto I di Nocera Inferiore mostra una risalita significativa dopo le valutazioni critiche dello scorso anno: buoni risultati per la chirurgia generale e persistenti difficoltà per nefrologia e respiratorio. L’osteomuscolare resta distante dagli obiettivi nazionali, con solo un intervento su quattro effettuato nei tempi previsti. Solide le aree del sistema nervoso e dell’ostetricia, pur con cesarei ancora oltre la soglia prescritta.

Migliora Pagani con livelli medi in chirurgia oncologica e generale; Sarno mostra punte alte nel cardiocircolatorio e nell’osteomuscolare, mentre la chirurgia oncologica resta problematica. A Scafati eccellenti i valori del respiratorio. Nell’area della Piana del Sele, Battipaglia registra ottimi indicatori nella chirurgia generale e medi nell’ortopedia; più debole la chirurgia oncologica. Eboli mantiene valori molto alti nel cardiocircolatorio e in nefrologia, mentre oncologia e respiratorio restano al di sotto degli standard.

Nell’area sud, Oliveto Citra presenta livelli elevati nel cardiocircolatorio; Polla mostra una performance complessivamente alta in quasi tutte le discipline. Roccadaspide evidenzia invece un forte divario tra una chirurgia generale molto bassa e un cardiocircolatorio passato da una valutazione negativa a una molto alta. A Sapri emergono dati insufficienti in cardiocircolatorio, parti e chirurgia oncologica, mentre l’ortopedia raggiunge livelli positivi. Vallo della Lucania conferma un cardiocircolatorio di alto livello, controbilanciato da un settore respiratorio in forte difficoltà.

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