Un’ampia operazione condotta dai carabinieri e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza ha portato all’esecuzione di 41 misure cautelari, tra carcere, arresti domiciliari e obblighi di dimora, in diverse regioni del Sud Italia.
L’inchiesta, nata nel 2023 e sviluppata con il supporto della Procura dei Minori, ha smantellato due gruppi criminali dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti, al possesso di armi e a episodi di violenza nei confronti di bande rivali come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
Operazione antidroga tra Basilicata e Campania: 41 misure cautelari
Tra gli indagati figura Vincenzo Zullo, 44 anni, conosciuto come “’o cavallar”, figlio di Dante Zullo, storico capoclan di Cava de’ Tirreni. L’uomo, già detenuto per altra vicenda giudiziaria, si trova ora ai domiciliari in relazione al nuovo provvedimento. Secondo quanto emerso, Zullo avrebbe mantenuto contatti con la rete criminale anche dal carcere, impartendo direttive operative.
Le accuse mosse agli indagati includono associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di droga, aggravata dal metodo mafioso, possesso e detenzione illegale di armi, concorso esterno in associazione mafiosa e coinvolgimento di minori in attività illecite. Al centro dell’inchiesta vi sono due organizzazioni: il clan lucano dei Bisogno, attivo nella zona di Ferrandina (Matera), e un gruppo collegato alla criminalità campana, che avrebbe fatto riferimento proprio a Zullo.
Le indagini sono partite dopo la denuncia pubblicata da un minorenne sui social, che aveva rivelato episodi di violenza e intimidazioni legati al traffico di stupefacenti. Gli investigatori hanno documentato una rete ben strutturata, capace di controllare la piazza di spaccio locale e di imporsi con aggressioni e pestaggi nei confronti dei concorrenti. Tra i fatti più gravi contestati compare anche un tentato omicidio avvenuto nella notte di Pasqua 2024 a Ferrandina.
Nel corso delle attività investigative sono stati sequestrati ingenti quantitativi di hashish e cocaina e arrestate in flagranza cinque persone. Complessivamente, gli indagati sono 55, di cui sette minorenni, mentre venti risultano denunciati a piede libero. Le intercettazioni e i sequestri hanno inoltre confermato l’uso di telefoni cellulari all’interno di istituti penitenziari per mantenere i contatti con l’esterno e coordinare le attività illecite.