La magia del teatro ha incantato ancora una volta il pubblico del Teatrino “Giovanni Bianco” di Vallo della Lucania, l’ex Convento dei Domenicani, dove è andato in scena il capolavoro teatrale “I TRE OPERAI” di Carlo Bernari, un’opera scritta nel 1934 che affonda le radici nella problematica sociale dell’Italia all’inizio del XX secolo. Conosciuto per essere coevo di autori come Pier Paolo Pasolini e Carlo Levi, Bernari si unisce alla triade letteraria che ha raccontato le sfide di una società segnata da profonde ingiustizie e difficoltà.
L’opera è particolarmente rilevante anche per i temi che affronta, tra cui le lotte sindacali e l’alienazione del lavoro manuale, concetti che, seppur nati in un contesto storico differente, sono oggi quanto mai attuali. La problematica della manodopera umana sostituita dall’intelligenza artificiale e dai robot trova una forte eco nel lavoro di Bernari, che descrive il dramma di un’Italia in trasformazione. La sua visione realistica, ma anche classica, porta in scena una realtà disarmante che rispecchia i difficili tempi contemporanei.
La regia dell’opera è stata affidata a Mirko Ferra, presidente dell’associazione teatrale “Le sette porte”, coach di teatro per ragazzi e teatrorerapista nel carcere vallese, un professionista che da anni lavora con progetti di recupero per i detenuti. La sua esperienza e sensibilità hanno reso la performance ancora più emozionante, enfatizzando le tematiche sociali attraverso una regia che sa toccare corde intime del pubblico.
Un’importante collaborazione ha reso possibile la realizzazione di questo evento: Enrico Bernari, figlio dello scrittore Carlo Bernari, ha infatti affidato l’opera teatrale alla compagnia di Mirko Ferra, con l’intento di portare il pensiero del padre in un contesto culturale vivace come quello di Vallo della Lucania. Enrico, noto drammaturgo, è spesso ospite di intellettuali locali, per stimolare un confronto che arricchisce il tessuto culturale di una comunità che ha bisogno di confrontarsi con impulsi esterni per evolversi e crescere.
Il teatro, infatti, non è solo un momento di spettacolo ma una vera e propria voce collettiva che abbatte i campanili e restituisce verità in ogni ambito socio-culturale. Un’arte che resta autentica e viva, anche quando si fa interprete delle difficoltà sociali e del mondo che ci circonda.
Gli interpreti che hanno dato vita a questa opera sono: Barbara Amorelli, professoressa e attrice, Mirko Ferra stesso, regista e docente di DAMS, Alessandra Loi, progettista PCM, e Antonino Nese, professore e attore. La parte tecnica, fondamentale per la riuscita dello spettacolo, è stata curata da Christian Paolino per l’audio e le luci.
“I TRE OPERAI” non è solo una rappresentazione teatrale, ma un invito a riflettere sul nostro tempo, sulle lotte sociali che non smettono di essere attuali, e su come il lavoro, la dignità e il progresso tecnologico siano al centro delle sfide del nostro presente.