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Omicidio Vassallo, si apre il processo dopo 15 anni: lo Stato parte civile, esclusa la Fondazione del sindaco pescatore

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Angelo Vassallo

Dopo quindici anni di indagini, rinvii e archiviazioni, si entra finalmente nel vivo del procedimento per l’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica assassinato il 5 settembre 2010. Davanti al gup Giovanni Rossi, si è tenuta l’udienza decisiva per la costituzione delle parti civili, che segna l’avvio formale di un processo molto atteso, al termine del quale dovranno rispondere di gravi accuse quattro imputati: il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, il brigadiere Lazzaro Cioffi, il collaboratore di giustizia Romolo Ridosso e l’imprenditore Giuseppe Cipriano, ritenuti a vario titolo coinvolti nel delitto. Nel fascicolo figura anche Giovanni Cafiero, accusato di reati legati al traffico di droga come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Omicidio Vassallo, si apre il processo dopo 15 anni

Dopo aver ascoltato le parti, il giudice Rossi ha accolto la costituzione di quindici parti civili, tra cui familiari, enti istituzionali e associazioni. A sorpresa, è stata invece esclusa la Fondazione Angelo Vassallo, presieduta dal fratello Dario Vassallo, per motivi tecnici legati alla data di costituzione dell’ente. La normativa prevede infatti che una persona giuridica possa essere ammessa solo se già esistente al momento del reato e titolare di un interesse direttamente leso.

«Non ci sorprende la decisione – ha commentato Dario Vassallo – la legge è chiara e la rispettiamo. Ma ciò che conta davvero è che lo Stato si sia costituito parte civile. La Fondazione è solo una foglia, lo Stato è l’albero». Tra le presenze ammesse figurano infatti la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’Interno e il Ministero della Giustizia, a conferma dell’interesse nazionale per una vicenda che ha profondamente segnato la coscienza civile del Paese.

Il giudice ha ammesso anche la costituzione del Partito Democratico della Campania, che ha presentato la richiesta solo ieri, dopo aver disertato la prima udienza. La motivazione risiede nel legame diretto di Vassallo con il partito, del quale era iscritto ed esponente politico sul territorio. Accolta inoltre la costituzione di Bruno Humberto Damiani, conosciuto come “il brasiliano”, che per anni fu indicato come unico sospettato del delitto a seguito delle prime indagini orientate dal colonnello Cagnazzo. Il gup ha riconosciuto che Damiani ha subito un danno significativo per le accuse infondate che lo hanno coinvolto.

Tra le parti civili figurano inoltre il Comune di Pollica, la Regione Campania, la Provincia di Salerno, l’Anci, l’Ente Parco del Cilento e le associazioni Libera, Polis e Avviso Pubblico. È stata invece esclusa Legambiente.

Il procedimento, come sottolineato dalla difesa, ha una forte risonanza pubblica. «Non è solo un processo giudiziario, ma un caso mediatico e politico – ha osservato l’avvocato Ilaria Criscuolo, difensore di Cagnazzo –. Il vero confronto avverrà in dibattimento, dove potremo finalmente discutere nel merito delle accuse».

Con la decisione del gup, il caso Vassallo entra così nella sua fase più delicata, con l’obiettivo di far luce, dopo quindici anni di attesa, su uno dei delitti più simbolici e controversi della storia recente del Mezzogiorno.

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