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Omicidio Pasquale Nappo, analisi del Dna su Esposito e Abbruzzese: la Dda indaga per riscostruire la dinamica

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Pasquale Nappo

Avviati gli esami sul Dna dei due indagati per l’omicidio di Pasquale Nappo. La Dda di Napoli ricostruisce la dinamica dell’agguato avvenuto in Piazza Pace a Boscoreale. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Omicidio Pasquale Nappo, la Dda avvia gli esami del Dna: cosa è accaduto quella sera a Boscoreale

La Direzione distrettuale antimafia di Napoli accelera sugli approfondimenti investigativi per chiarire la dinamica dell’agguato costato la vita a Pasquale Nappo, il 18enne di Scafati ucciso a colpi di pistola lo scorso 2 novembre in Piazza Pace, a Boscoreale. Gli inquirenti hanno disposto nuovi accertamenti tecnici irripetibili, con l’obiettivo di verificare eventuali compatibilità genetiche tra i due giovani indagati — il 18enne Giuseppe Esposito e il 23enne Antonio Abbruzzese — e alcuni indumenti e caschi sequestrati dai carabinieri di Torre Annunziata.

La prossima settimana verranno prelevati i campioni salivari necessari alle analisi. Un passaggio cruciale per ricostruire, nel dettaglio, il contesto operativo in cui maturò il delitto. Secondo la ricostruzione degli investigatori, quella sera i due giovani si sarebbero presentati in piazza a bordo di uno scooter Honda SH nero, con targa oscurata da un adesivo. Esposito, seduto sul sellino posteriore, avrebbe nascosto nella tasca del giubbino una pistola calibro 7,65. Entrambi indossavano caschi integrali. Il loro arrivo a Boscoreale — ritengono gli inquirenti — non fu casuale: cercavano alcune delle persone che, pochi giorni prima, avrebbero aggredito Esposito nella stessa zona.

L’indagine

L’obiettivo, secondo l’ipotesi accusatoria, era compiere una ritorsione contro gli autori di quell’aggressione, tra i quali sarebbe stato individuato anche Nappo, giovane operaio senza precedenti. Una volta giunti nei pressi di via Cirillo, avrebbero notato un gruppo di ragazzi all’esterno di una Fiat Panda bianca. Dopo un primo passaggio, i due avrebbero completato un giro della zona per tornare su quel punto.

È in quel momento che, secondo la contestazione formulata dalla procura, il gruppo avrebbe occupato la carreggiata, spostando l’auto e creando una sorta di sbarramento. Abbruzzese, alla guida, avrebbe rallentato per un restringimento della strada e poi deciso di accelerare, trovando un varco per avanzare. Nel frattempo Esposito, colpito al casco e alla gamba, avrebbe estratto l’arma e sparato due colpi. I proiettili raggiunsero Nappo all’altezza dell’ascella, risultando fatali. Il giorno successivo, i due indagati si presentarono spontaneamente ai carabinieri. Su di loro grava l’accusa di omicidio premeditato aggravato dal metodo mafioso.

L’aggressione subita da Esposito e Abbruzzese sarebbe avvenuta tra il 27 e il 29 ottobre, nella stessa piazza, presumibilmente ad opera di tre persone, tra cui lo stesso Nappo. La famiglia del giovane scafatese è assistita dall’avvocato Walter Casciello. Entrambi gli indagati hanno già fornito la loro versione dei fatti, ora al vaglio della Dda, impegnata a ricostruire ogni dettaglio della sequenza che ha portato all’omicidio.

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