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Omicidio Capezzuti, in aula le testimonianze contro Barbara Vacchiano: «Diceva di conoscere carabinieri e assistenti sociali»

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Marzia Capezzuti

Continuano davanti alla Corte d’Assise di Salerno le udienze del processo per l’omicidio di Marzia Capezzuti, la 29enne scomparsa tra il 7 e l’8 marzo 2022 e ritrovata senza vita, in avanzato stato di decomposizione, il 25 ottobre dello stesso anno in un casolare abbandonato in via del Querceto, a Montecorvino Pugliano. Alla sbarra ci sono Barbara Vacchiano e il marito Damiano Noschese, entrambi di Pontecagnano Faiano, accusati di aver ucciso la giovane come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola.

Omicidio Capezzuti, in aula le testimonianze contro Barbara Vacchiano

Nell’udienza di ieri, il teste Antonio Squitieri ha raccontato ai giudici un episodio che, secondo l’accusa, contribuisce a delineare il profilo della donna. L’uomo ha riferito che Barbara Vacchiano avrebbe più volte affermato di conoscere assistenti sociali e carabinieri, vantando rapporti tali da sentirsi al riparo da qualsiasi conseguenza. «Mi disse che non temeva nulla, che conosceva tutti e che, anzi, veniva anche avvertita quando andavano a fare i controlli», ha dichiarato Squitieri, ricordando una discussione avuta con la donna in merito al nipotino. Secondo il racconto, Vacchiano avrebbe anche minacciato di “togliere il bambino” alla figlia dell’uomo, sostenendo di avere conoscenze in grado di agevolarla.

La testimonianza di Squitieri è stata caratterizzata da numerosi “non ricordo”, con conseguenti contestazioni sia da parte del pubblico ministero che dai difensori degli imputati, gli avvocati Luigi Capaldo e Giuseppe Russo. L’uomo ha spiegato che molte informazioni gli erano state riferite dalla figlia Francesca, già sentita in precedenti udienze, la quale frequentava la casa dei coniugi Vacchiano-Noschese poiché legata sentimentalmente al figlio della coppia, Vito, dal quale ha avuto un bambino.

Dalle dichiarazioni emergerebbe che, durante i controlli dei carabinieri per verificare la presenza di Vito Noschese agli arresti domiciliari, Marzia Capezzuti veniva nascosta all’interno dell’abitazione. Francesca avrebbe inoltre confidato al padre i maltrattamenti subiti in quella casa dalla giovane vittima e i particolari relativi alla sua scomparsa. Secondo il racconto, il giorno dell’allontanamento di Marzia erano presenti, oltre ai coniugi imputati, anche un uomo identificato come “il carrozziere”, figura non citata in precedenti versioni.

Anche la madre di Francesca Squitieri, ascoltata nella stessa udienza, ha confermato di aver appreso dalla figlia le circostanze relative ai maltrattamenti e alla sparizione della ragazza. La Corte ha disposto un calendario più serrato di udienze, accogliendo la richiesta dell’avvocata Carmela Landi, che rappresenta la famiglia di Marzia Capezzuti, preoccupata per la scadenza dei termini di custodia cautelare fissata per marzo 2026.

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