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Montevescovado, addio ai prefabbricati: 32 famiglie trasferite. Il sindaco: «Case nuove entro sei mesi»

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Le palazzine
Le palazzine

A Nocera Inferiore, ieri mattina lunedì 6 ottobre, sono stati sgomberati i prefabbricati costruiti dopo il terremoto del 1980 a Montevescovado. Il sindaco De Maio: «Nuove abitazioni pronte in sei mesi grazie al Pnrr». Lo riporta l’odierna edizione del Mattino.

Nocera Inferiore, sgomberati i prefabbricati post-sisma: nuove case pronte in sei mesi a Montevescovado

Dopo oltre quarant’anni, Montevescovado volta pagina. I prefabbricati pesanti costruiti all’indomani del terremoto del 1980 per far fronte all’emergenza abitativa lasciano il posto a nuove case in muratura. Ieri mattina, 32 famiglie hanno consegnato le chiavi dei vecchi alloggi di via San Prisco, avviando il trasferimento temporaneo in attesa dei nuovi appartamenti che, secondo le previsioni del Comune, saranno pronti entro sei mesi grazie ai fondi del Pnrr.

Tra loro Giuseppa, 57 anni, madre di due figli e nonna di quattro nipoti. Da quando aveva 13 anni viveva in quel prefabbricato, costruito dopo il sisma che distrusse la sua casa di Capo Casale. «Spero che i tempi vengano rispettati – dice –. Ho fiducia nel sindaco Paolo De Maio». I ricordi del passato si mescolano alla speranza: una vita iniziata in roulotte, poi in un container, fino all’alloggio che ora lascia per dare spazio alla rinascita del quartiere.

Accanto a lei, Salvatore, 37 anni, operaio in un’azienda di Fosso Imperatore. «Quando mi sono sposato avevo 19 anni e nessuna casa – racconta –. Ne occupai una vuota, poi regolarizzai tutto. Ora anche io sono tra gli assegnatari». Con la sua famiglia, ha trascorso la prima notte al St. George Hotel di Castel San Giorgio, insieme ad altre otto famiglie. «È una buona sistemazione, ma bisogna organizzarsi: un solo pasto al giorno, nessuna cucina e la necessità di trovare una lavanderia».

Operazione di sgombero

Altre dodici famiglie sono ospitate in bed and breakfast, mentre dieci hanno trovato soluzioni autonome. Tra queste anche Maria, che andrà a vivere con la figlia: «È la scelta migliore – dice commossa –. Torneremo a brindare quando ci consegneranno le nuove case». Anche dieci nuclei considerati “non regolari” avranno vitto e alloggio garantiti per sei mesi.

Le operazioni di sgombero si sono svolte senza tensioni. «Da mesi incontravo i residenti per preparare questo momento», ha spiegato il sindaco De Maio. La Prefettura ha coordinato le forze dell’ordine – Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza – mantenendo la data dello sgombero riservata fino all’ultimo. Sul posto anche i Vigili del Fuoco, la Croce Rossa e la Protezione Civile.

Le ditte incaricate

Le ditte incaricate hanno provveduto al trasloco di mobili ed elettrodomestici, che saranno custoditi e poi restituiti ai legittimi proprietari. Contestualmente sono state disattivate le utenze e sigillati i servizi igienici per evitare nuove occupazioni. L’abbattimento degli edifici è previsto nei prossimi giorni: al loro posto nascerà una piazza pubblica, come previsto dal Piano Prius della Regione Campania, che ha finanziato l’intervento con 15 milioni di euro. «È una priorità del mio programma – ha dichiarato De Maio – e un risultato che mi ripaga dei sacrifici fatti. Servire la città con umanità e dedizione è il mio più grande onore».

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