Crisi per i musei statali della provincia di Salerno: nel 2024 hanno registrato un crollo di visitatori del -11,8%. Paestum resta il fulcro, ma perde oltre 56mila ingressi. Dramma a Sala Consilina: incassati solo 54 euro. Lo riporta SalernoToday.
Musei statali in crisi in provincia di Salerno: i dati dei visitatori
Il 2024 ha segnato un brusco arresto per il turismo culturale nei musei statali della provincia di Salerno. Secondo il report del Ministero della Cultura, il numero di ingressi complessivi è sceso da 694.462 a 612.505, con un calo netto dell’11,8% e una perdita di quasi 82mila visitatori.
A trainare (e al contempo zavorrare) il sistema è il Parco Archeologico di Paestum e Velia, che, pur rimanendo il sito più visitato della provincia, ha registrato oltre 56mila presenze in meno rispetto all’anno precedente (da 506.853 a 450.677). Una contrazione che da sola rappresenta il 69% del calo totale.
Anche la Certosa di Padula ha vissuto una flessione, con 8.021 visitatori in meno (da 97.628 a 89.607), mentre i siti più piccoli mostrano segni di vero e proprio collasso: la Villa Romana di Minori ha perso oltre il 54% degli ingressi, Pontecagnano oltre il 16% e il Museo della Valle del Sarno ben il 67,5%.
Emblematica la situazione del museo di Sala Consilina, che chiude l’anno con appena 245 visitatori e un incasso totale di soli 54 euro – l’equivalente di 15 centesimi al giorno. Un confronto impietoso con i 2,7 milioni di euro generati da Paestum nello stesso periodo, che da solo copre il 90,6% degli incassi museali provinciali.
I musei in controtendenza? Pochi ma significativi
Non tutto è perduto: alcuni siti fanno registrare segni positivi. Il complesso di San Pietro a Corte a Salerno cresce del 4,3%, mentre Buccino e Eboli migliorano rispettivamente del 29,3% e del 26,5%. Tuttavia, questi incrementi sono insufficienti a compensare le perdite globali: i musei in crescita raccolgono poco più di 3.300 visitatori aggiuntivi, contro un’emorragia di oltre 85mila ingressi altrove.
Gratuito non sempre è sinonimo di successo
Oltre la metà degli ingressi nei musei salernitani è stata gratuita: il 55,4% nel 2024, con picchi sopra il 90% nei musei più piccoli. A Minori, Pontecagnano, Eboli e Sala Consilina, la gratuità rappresenta spesso l’unico strumento per attirare visitatori, ma senza un’offerta culturale rinnovata o strategie promozionali, si rivela un’arma spuntata.
Oscillazioni post-pandemia
Il 2023 aveva illuso su un ritorno alla normalità post-Covid. Alcuni musei avevano superato i livelli del 2019, ma il 2024 ha segnato nuove flessioni. Il Parco Archeologico di Paestum e Velia, ad esempio, dopo aver raggiunto i 506.853 visitatori nel 2023, è sceso a 450.677 l’anno successivo. Simile il trend della Certosa di Padula. Fanno eccezione Buccino ed Eboli, che nel 2024 hanno superato i livelli pre-pandemici.
Salerno fanalino di coda in Campania
Nel contesto regionale, Salerno rappresenta appena il 6% degli ingressi nei musei statali della Campania. Napoli domina con l’84%, seguita da Caserta (9,3%). Benevento e Avellino restano marginali. Il dato evidenzia lo squilibrio territoriale e la necessità di rafforzare l’attrattività dei poli minori.
Una sfida da raccogliere
I numeri parlano chiaro: senza una strategia coordinata, nuove sinergie con il territorio e investimenti mirati nella valorizzazione dei siti cosiddetti “minori”, il patrimonio salernitano rischia di rimanere nell’ombra. E con esso, anche una parte importante della memoria culturale del Mezzogiorno.