La Procura di Vallo della Lucania ritiene che Antonio Cicalese, il 28enne di Eboli morto nel luglio 2024 dopo un incidente lungo la Statale 18 a Capaccio Paestum, non dovesse essere trasferito a Napoli. È questa la conclusione a cui è giunto il pubblico ministero Luigi Spedaliere, secondo il quale la decisione di condurre il giovane centauro all’Ospedale del Mare, invece che in una struttura sanitaria più vicina, avrebbe compromesso le sue condizioni aggravando una grave emorragia alla gamba come riportato dal quotidiano La Città.
Morte di Antonio Cicalese, indagati anche due operatori del 118:
Il caso, inizialmente trattato come un comune incidente stradale, ha assunto contorni più complessi con l’iscrizione nel registro degli indagati non solo dei due automobilisti coinvolti nello scontro, ma anche di due operatori del 118 che si occuparono dei soccorsi. La Procura ipotizza omicidio stradale, aggravato da presunte irregolarità nelle procedure di intervento e da una gestione ritenuta inadeguata del paziente politraumatizzato.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Cicalese era cosciente dopo l’impatto, benché in condizioni critiche. Avrebbe riportato una lesione profonda alla gamba, con una perdita di sangue importante che necessitava un intervento immediato di contenimento. La distanza del presidio napoletano e il tempo impiegato per il trasferimento avrebbero inciso in modo determinante sul quadro clinico, riducendo drasticamente le possibilità di sopravvivenza.
Gli accertamenti della Procura puntano a chiarire chi prese la decisione del trasferimento e se vi fossero le condizioni logistiche e mediche per giustificarlo. Si indaga inoltre sui tempi di soccorso, sulle comunicazioni tra la centrale operativa e le équipe sanitarie, nonché sull’eventuale disponibilità di posti letto nelle strutture più vicine, come gli ospedali di Eboli, Battipaglia o Vallo della Lucania.








