È compatibile con la detenzione in carcere e risulta capace di partecipare attivamente al processo penale in corso. Queste le conclusioni principali della perizia psichiatrica depositata nei giorni scorsi presso la Corte d’Assise di Salerno, presieduta dal giudice Domenico Diograzia, riguardante Marco Aiello, l’idraulico di Battipaglia accusato dell’omicidio della moglie Maria Rosa Troisi, 37 anni, avvenuto lo scorso 20 settembre 2023 come riportato dal quotidiano La Città.
Femminicidio Troisi, Marco Aiello compatibile con la detenzione
La relazione, redatta dallo psichiatra Luca Bartoli e dallo psicoterapeuta Alfonso Scarano, evidenzia un vizio parziale di mente, ma esclude l’esistenza di una compromissione tale da rendere l’imputato incapace di comprendere la realtà o di partecipare al procedimento giudiziario. Inoltre, non sono emerse controindicazioni alla detenzione carceraria.
Il fatto risale all’autunno dello scorso anno, quando Aiello colpì la moglie con tre coltellate all’interno della loro abitazione in via Flavio Gioia, a Battipaglia. Una delle ferite risultò letale. La donna, al quarto mese di gravidanza, morì poco dopo l’arrivo dei soccorsi. Aiello è imputato per omicidio volontario aggravato e interruzione non consensuale di gravidanza. Il procedimento è seguito dal PM Licia Vivaldi, mentre la difesa è affidata all’avvocato Giovanni Giuliano.
La perizia e il profilo psicologico
Gli esperti incaricati dalla Corte lo hanno definito “socialmente pericoloso”, ma capace di intendere e volere in maniera sufficiente da affrontare il processo. Aiello ha manifestato un quadro psichiatrico compatibile con disturbi della personalità e tratti paranoidi, ritenuti tuttavia non invalidanti. La relazione sarà illustrata nel dettaglio durante la prossima udienza e potrebbe incidere in modo significativo sulla definizione della pena, attesa entro il mese di settembre.
Nel corso dell’istruttoria, sono state presentate valutazioni contrastanti. La psichiatra Gabriella Russo, già incaricata dalla Corte, aveva sottolineato la lucidità dell’imputato, mettendo in evidenza il tentativo di attribuire alla vittima la responsabilità dell’omicidio. Di diverso avviso il consulente della difesa, Alfonso Tramontano, secondo il quale Aiello sarebbe affetto da un disturbo paranoico cronico con mania di persecuzione, incompatibile con la piena capacità di intendere e volere al momento dei fatti.