Nel Cilento tornano le “fòcare”, antichi falò che uniscono tradizione, fede e comunità, simbolo di luce e calore durante la Vigilia di Natale. Con l’avvento del Cristianesimo, la “fòcara” ha assunto un valore simbolico, diventando espressione di luce e calore per accogliere la nascita di Cristo.
Le “Fòcare” del Cilento: tra tradizione, fede e spirito natalizio
Nel cuore del Cilento, una delle tradizioni più suggestive del periodo natalizio è quella delle “fòcare”, grandi falò accesi nelle piazze, sui sagrati delle chiese o in spazi pubblici, che uniscono antiche usanze e spirito comunitario. L’origine di questa pratica risale a riti pagani propiziatori legati all’abbondanza del raccolto. Con l’avvento del Cristianesimo, la “fòcara” ha assunto un valore simbolico legato alla Vigilia di Natale, diventando espressione di luce e calore per accogliere la nascita di Cristo.
Nella tradizione cattolica, il fuoco simboleggia la luce che dissolve le tenebre, e nelle celebrazioni religiose spesso precede la Santa Messa della Notte. Anticamente, era consuetudine portare a casa un legnetto della catasta come buon auspicio per il focolare domestico. Oggi numerose comunità cilentane mantengono viva questa tradizione, trasformandola in un momento di cohesione e convivialità. Nei piccoli borghi, la “fòcara” può essere allestita nella piazza principale o nei quartieri, accendendo la magia del Natale in angoli suggestivi dei paesi.
A Piaggine, la raccolta della legna inizia già a ottobre; a Mandia, il fuoco è alimentato con “i cippi” di castagno; Campora e Galdo, vicino Pollica, hanno ripristinato la tradizione come momento conviviale e comunitario. Anche Gioi Cilento, Cardile, Orria, Piano Vetrale, Futani, Ceraso, Rofrano, Pellare, Sessa Cilento, Salento e Omignano partecipano attivamente, con i giovani protagonisti dell’allestimento dei falò, per ricreare l’atmosfera autentica del Natale cilentano.
