Site icon Occhio di Salerno

Le domande chiave sull’omicidio Mazza: autopsia e tossicologici per ricostruire la notte di via D’Annunzio

omicidio mazza fedele resta carcere 9 dicembre

Come riportato dal quotidiano Il Mattino oggi in edicola, la Procura di Salerno ha affidato al medico legale Luciapaola Babo una serie di quesiti decisivi per chiarire la dinamica della morte di Vincenzo Mazza, il 35enne di Angri deceduto nella notte tra venerdì e sabato all’interno di un appartamento di via Gabriele D’Annunzio. L’indagato, il 49enne salernitano Luca Fedele, ex pugile dilettante, resta detenuto nel carcere di Fuorni con l’accusa di omicidio preterintenzionale.

Le domande chiave sull’omicidio Mazza: autopsia e tossicologici

Al centro delle verifiche vi sono due aspetti che potrebbero orientare l’intera ricostruzione investigativa: l’eventuale stato di alterazione psicofisica della vittima e del presunto aggressore, ipotizzato dai Carabinieri della Compagnia di Salerno, e la sequenza precisa che ha provocato il decesso. La procura vuole accertare se Mazza sia morto a causa dei pugni ricevuti al volto, prima ancora di crollare a terra, o se sia stata proprio la caduta a rivelarsi letale.

Prima dell’autopsia, la salma è stata sottoposta a una TAC total body, quindi sono iniziati gli accertamenti necroscopici, durati diverse ore. Il medico legale ha prelevato campioni per gli esami tossicologici e istologici richiesti dal pm Ersilio Capone, necessari per verificare l’eventuale presenza di sostanze stupefacenti e valutare la compatibilità delle lesioni con la dinamica ipotizzata. Analisi tossicologiche sono state eseguite anche su Fedele, al fine di confermare o smentire un possibile stato di alterazione dovuto a consumo di droga.

Mazza, la cui famiglia è assistita dall’avvocato Giovanni Pentangelo, sarà restituito ai parenti per i funerali che si terranno ad Angri; il figlio minorenne è tutelato legalmente dall’avvocato Giovanni Vitale. Fedele, difeso dall’avvocato Maurizio De Feo, durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto, ha ribadito la versione già pronunciata ai soccorritori: sostiene di non conoscere Mazza e di averlo trovato in casa mentre tentava presumibilmente un furto. Da lì, riferisce, sarebbe scaturita una colluttazione poi degenerata.

Gli inquirenti, però, non ritengono plausibile tale ricostruzione. Le evidenze raccolte nell’appartamento e gli elementi investigativi inducono a ipotizzare che i due si conoscessero e che la lite fosse legata allo spaccio di stupefacenti o comunque a dinamiche inserite in un contesto di consumo di droga. A corroborare questa linea è giunta anche una lettera inoltrata dai condomini della palazzina, secondo cui l’abitazione teatro dei fatti sarebbe da tempo epicentro di episodi di violenza, spaccio e prostituzione, indicandone come principale protagonista proprio Fedele.

Exit mobile version