Si è concluso ad Atena Lucana il laboratorio “Vertical Atlas”, parte del progetto Archivio Atena: 9 studenti hanno esplorato il Vallo di Diano tra grotte, altopiani e cime montuose, guidati dal fotografo Fabio Barile. Lo riporta Giornale del Cilento.
“Vertical Atlas”, il laboratorio fotografico concluso ad Atena Lucana
Uno sguardo diverso sul paesaggio, una narrazione che si sviluppa non solo in larghezza ma anche in profondità e altezza. È l’esperienza vissuta da nove giovani fotografi, designer e ricercatori che hanno partecipato a “Vertical Atlas”, laboratorio di esplorazione visiva del territorio del Vallo di Diano, promosso nell’ambito del progetto Archivio Atena.
L’iniziativa, curata dal fotografo Fabio Barile, si è articolata in nove giorni intensi di lavoro sul campo, dalla Grotta dell’Angelo di Pertosa-Auletta fino alle vette che cingono Atena Lucana, passando per l’altopiano del Vallo. Ogni partecipante ha ricevuto in assegnazione un “livello di altitudine”, inteso come spazio geografico e, al contempo, come dimensione concettuale su cui sviluppare la propria ricerca creativa.
“Il paesaggio non solo come estensione orizzontale, ma come struttura stratificata – dal sottosuolo alla cima – che racconta storie intrecciate” ha spiegato Barile, docente allo IED di Roma e autore visivo noto per il suo approccio scientifico alla fotografia.
I risultati del laboratorio si concretizzano in una serie di progetti che intrecciano immagini, riflessioni e installazioni, dando vita a una mappa creativa verticale del Vallo di Diano, in cui ogni “quota” restituisce un punto di vista originale e profondamente legato al luogo esplorato.
Un territorio che diventa laboratorio
“Vertical Atlas” è parte integrante di Opera Paese_Lab, una delle azioni del progetto “Archivio Atena” promosso dal Comune di Atena Lucana e coordinato dal fotografo Alessandro Imbriaco. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di avvicinare gli studenti al territorio, trasformando il Vallo di Diano in un campus artistico a cielo aperto, dove paesaggio, cultura e linguaggi contemporanei si fondono in una visione partecipata.